Arrivato per fare il vice Kean, con l’arrivo di Piccoli ha perso spazio e posizioni nelle gerarchie di Pioli
Un gol, a partita chiusa e qualificazione ormai in tasca. Edin Dzeko ha segnato una volta sola contro il Polissya nel corso di questo avvio di stagione così travagliato per la Fiorentina. Il bosniaco si aspettava ben altro dopo le caterve di gol realizzate in Turchia. In un campionato di certo non di primo livello (sul piano tecnico), ma nemmeno paragonabile a situazioni più esotiche. Insomma, ok la carta d’identità e i quarant’anni che compirà il prossimo 17 marzo, ma intorno a Edin c’era un’aspettativa di un certo tipo. Fin qui invece le reti sono arrivate con la sua Bosnia, ma in maglia viola ha fatto fatica.
BOTTINO MAGRO. Nove presenze complessive. In campionato solo spezzoni finali, ad eccezione del primo tempo da titolare (passato a inseguire Lobotka) contro il Napoli. La prima scelta dalla panchina è sempre stato Piccoli, ma è chiaro che adesso serva alzare il livello da parte di tutti. Compreso proprio Dzeko, che per esperienza e personalità può e deve dare una mano significativa alla squadra. Stasera dovrebbe giocare dal 1′, in coppia proprio con Piccoli. Tandem anomalo, ma per caratteristiche potrebbe anche funzionare bene. Edin avrà un ruolo di raccordo e rifinitura, Piccoli giocherà dando profondità alla squadra. Si è visto contro il Sigma Olomouc quali possano essere gli argomenti da utilizzare per far male al Rapid Vienna.
RESPONSABILITÀ. Al di là di questo da Dzeko è atteso un segnale. Un colpo da battere. Non necessariamente in fatto di gol. Può essere determinante anche in altri modi. L’importante è che cominci a salire in cattedra, dentro e anche fuori dal campo. Uno con la sua esperienza e il suo carisma, riconosciuto a livello internazionale, non può rimanere ai margini. E’ arrivato a Firenze per sentirsi ancora un calciatore importante. Adesso è il momento di dimostrarlo prendendosi anche qualche responsabilità.

Di
Alessandro Latini