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Dusan come Totti: la personalità di super Vlahovic

Vlahovic

Un pizzico di sana follia, quel rigore calciato con naturalezza a beffare il portiere. Un gesto che ha riportato all’Europeo del 2000

«Mo je faccio er cucchiaio». Questa la frase ormai leggendaria di Totti a Di Biagio e Maldini, diventata poi anche un libro. Chissà quale sarebbe la traduzione in serbo. Ma Dusan Vlahovic di fare il cucchiaio lo ha pensato sul momento, prima di battere il rigore che aveva regalato il vantaggio alla Fiorentina. Lo ha pensato e non lo ha detto. A nessuno. Non come il Pupone poco prima del tiro dal dischetto nella semifinale degli Europei del 2000. Ma ora come allora c’è un pizzico di sana follia, perché il calcio è anche questo e solo chi lo vive con passione coniugata al talento può permettersi di esibirsi in certi gesti che potrebbero sembrare frutto di superbia e presunzione, ma che invece sono di una difficoltà estrema. Così scrive La Nazione.

‘CUCCHIAIO’. Un mix di sangue freddo e tecnica, ma anche di concentrazione superiore alla media. «Il cucchiaio? Mi è venuto un momento di ispirazione e l’ho fatto», il commento di Vlahovic a metà tempo, prima di rientrare negli spogliatoi. Ha calciato con una naturalezza di chi ha certe qualità innate. La traiettoria della palla, infatti, è perfetta, così come la preparazione. Niente lasciava intuire quello che sarebbe successo da lì a breve. Si pensava più a un rigore classico, a spiazzare il portiere. Oppure forte e angolato come accaduto contro il Verona. Stavolta un vero e proprio azzardo, un colpo da maestro come solo pochi si sentono di fare. Pochi grandi.

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