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De Gea: “Avevo offerte, ma ho scelto di restare. Amo la Fiorentina. Vogliamo fare un buon anno”

4 min di lettura

Le parole del portiere spagnolo della Fiorentina David De Gea sulla sua permanenza in viola, su Kean e sulle prospettive di questa stagione

Parla così il portiere spagnolo della Fiorentina David De Gea a ‘Cronache di spogliatoio’: Avevi tantissime offerte, ma hai scelto di rinnovare con la Fiorentina. “È vero. Ho avuto offerte ed è stata una scelta importante. Anzi, ringrazio la società perché ha fatto uno sforzo per tenermi.

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Probabilmente è uno dei miei ultimi contratti, vista l’età. Sto bene qui, lo dicevo da tempo alla mia famiglia: ‘Voglio restare alla Fiorentina’. Amo il club, la gente, i tifosi… è come una grande famiglia, il centro sportivo poi è fantastico.

Sono felice a Firenze”. Hai giocato in tantissimi spogliatoi insieme a calciatori molto importanti: stai soffrendo questo cambio generazionale? “Quando sono arrivato in Inghilterra ero molto giovane. Non parlavo con nessuno. Ho visto due epoche: il rapporto tra calciatori è l’aspetto che più è cambiato nel calcio.

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È una cosa… che mi pesa abbastanza. Quando ero un ragazzo, arrivavo nello spogliatoio e innanzitutto salutavo: se qualcuno mi parlava, rispondevo, altrimenti stavo zitto e ascoltavo i più grandi, senza disturbare. Ora è tutto diverso: i ragazzi praticamente non ti salutano neanche.

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Non c’è più il rispetto di prima, credo che si sia perso e sia un altro mondo, totalmente diverso. Negli ultimi anni, anche in Spagna, mi sono sentito fuori posto. Ne parlo spesso con Mata ed Herrera: siamo di un’altra generazione.

Mi pesa molto vedere i giovani ragazzi che non hanno ancora fatto niente nel calcio sentirsi di aver già fatto tutto dopo una partita. Fatico a capire questa mentalità”. Pensi che oggi sia più facile sentirsi giocatore? “Prima era molto più difficile.

Anzi, era quasi impossibile trovare continuità a 17 anni. Mi pesa questo cambio generazionale. Quando sono arrivato in Inghilterra ero molto giovane e anche timido: ora ho molta più esperienza e alla Fiorentina sono praticamente tutti più giovani di me.

E quindi cerco di parlare con tutti e aiutarli in ciò che posso, voglio essere un esempio dentro e fuori dal campo. Mi piacerebbe essere un modello per chi mi vede come un veterano”. A Firenze invece ti trovi benissimo con i tuoi giovani compagni di ruolo.

Siete andati anche a cena insieme. “Sono dei ragazzi splendidi. Hanno voglia di imparare, ti osservano, cercano sempre di migliorare. Sono davvero bravi. E quando vedo persone brave che vogliono imparare, mi piace aiutare e fare tutto il possibile affinché migliorino e stiano bene.

Prima della partita contro il Lask in Conference League, avevo detto a Martinelli che se avesse fatto un clean sheet, li avrei portati tutti a cena. Tommy ci è riuscito e dopo una settimana siamo usciti tutti insieme e ho offerto io.

Loro hanno preso i frutti di mare, ma a me non piacciono molto”. Il tuo rapporto con Kean, invece, qual è? “Molto buono. Quando sono arrivato, il mio italiano era pessimo e parlavamo in inglese. Ora sono migliorato e comunico con lui più facilmente.

Ha fatto una stagione ottima, ma adesso per me deve fare un altro anno buono, e poi un altro ancora e così via. Non basta un anno buono, deve proseguire così e dare continuità a ciò che ha fatto. Ha fatto numeri molto buoni, ma deve continuare così e dimostrare di poterlo fare nel tempo”.

Ti piacerebbe tornare in Nazionale? È un sogno che hai ancora? “Non è una cosa che mi toglie il sonno. Ho giocato abbastanza per la Spagna, sono stato parecchi anni in Nazionale e ho ricordi bellissimi. Io faccio del mio meglio, se il ct in qualche momento vorrà chiamarmi, io sono qui.

Ma me la vivo tranquillamente, non è qualcosa che mi uccide. Ho vissuto il mio periodo lì, giocando due Mondiali e due Europei. Ho fatto il meglio che potevo. Ora nella mia testa c’è solo la Fiorentina: vogliamo fare un buon anno”.


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