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Rassegna Stampa

CorSport – L’urlo di Kean 2.0, solo contro tutti

Kean - Fiorentina

Un pallone che pesava come un macigno, Moise lo mette dentro con freddezza. Parla da leader dopo la gara

Il pallone che ha preso in mano al minuto novantatré, faccia a faccia con la Fiesole, pesava come un macigno. Lo ha preso al termine di una prestazione da Kean 2.0, quello che abbiamo imparato a conoscere in questa sua seconda annata fiorentina. Meno balletti griddy e flex, più bracciate e sudore; poco dialogo coi compagni ma anche stavolta non è colpa sua. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

OCCASIONI. Fiorentina-Bologna, per lui, è ridotta a un uno contro due, Heggem in prima battuta e Lucumi in seconda, due che dimostrano di reggere la cilindrata del numero 20. Non c’è variazione sullo spartito: è il primo motore immobile, quando le cose si mettono male resta il maniglione antipanico da tirare. Nel primo tempo, in un’occasione, riesce a slacciarsi dalla doppia camicia di forza che i rossoblù gli mettono addosso, calcia fuori col sinistro a tu per tu con Skorupski, ma è tutto vanificato dalla posizione irregolare. I fuorigioco rimangono ancora una volta il suo tallone d’Achille (due fischiati in quarantacinque minuti, poi il Bologna si abbassa) e anche la chimica con Gudmundsson non decolla. In una performance condita da sei tiri fatti, tre dribbling e tre falli subiti spicca invece, come sempre, per attitudine e senso di responsabilità: dà la scossa al Franchi con una percussione che si conclude con un rigore conquistato a pochi secondi dall’inizio della ripresa – poi tolto da una delle tante revisione Var – a seguire arriva il primo rigore, e lo lascia a Gudmundsson; lui si prende quello che fa tutta la differenza del mondo, in questo momento, per Stefano Pioli e per l’ambiente.

LEADER. Un rigore conquistato con una gran girata al volo in mischia. Destro secco, prepotente, che vale il secondo gol stagionale ma soprattutto un 2-2 che solo una manciata di minuti prima sembrava fantascienza. Poi parla da leader: «Si riparte da qui – dice a Sky Sportcercando di spingere sempre di più. Dovevamo impattare più velocemente la partita nel primo tempo, ci siamo svegliati tardi e non va bene. Io però credo in questa squadra, credo nella società, credo in Firenze. Ora sta a noi tirar fuori le palle».

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