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CdS – Abodi: “Verso Euro 2032 col commissario stadi. L’impianto di Firenze…”

Abodi

La figura del commissario stadi, fortemente voluta dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi

L’Italia ha una bussola che punta verso il 2032, l’anno degli Europei che dovranno – o dovrebbero – cambiare il volto infrastrutturale del Paese. Cantieri? Ancora zero. È già una corsa contro il tempo. Che il governo ha deciso di correre dotandosi di uno strumento che tenderà all’ottimizzazione, alla tempestività e all’efficacia: la figura del commissario stadi, fortemente voluta dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi che, al Corriere Dello Sport, parla così: “Abbiamo previsto ampi poteri per pianificare, coordinare e realizzare gli interventi. Potrà definire piani di intervento approvati dal governo, agire con poteri sostitutivi e in deroga a molte leggi, escluse le norme penali, antimafia e quelle derivanti dai vincoli europei, oltre a rilasciare un’autorizzazione unica che sostituisca tutti i permessi previsti, consentendo anche espropri. Potrà nominare sub-commissari, sostituirsi agli enti inadempienti e avvalersi della nostra società Sport e Salute, anche come centrale di committenza. La regia e il coordinamento sono del Commissario, che li esercita con gli strumenti amministrativi in deroga che la legge gli attribuisce e con la relativa struttura tecnica. Potrà avvalersi della collaborazione dei sindaci, sia che venga affidato loro il ruolo di subcommissari o meno. Ma al di là di questa opzione tutti sono interessati a usufruire dello strumento pensato dal Governo che per la prima volta, con una progettualità di sistema, mette a disposizione il valore della semplificazione”

In Italia c’è già una legge sugli stadi. Quali sono i suoi limiti e perché in questi anni non ha favorito la costruzione di nuovi impianti? “La legge, varata dodici anni fa e migliorata a più riprese, non incide sulle volontà, la determinazione, le capacità di operare e collaborare dei club e delle amministrazioni comunali. Pur rappresentando storie diverse, Juventus, Udinese e Atalanta hanno dimostrato che chi ha voluto e saputo fare, ha portato a casa il risultato. Io negli ultimi due anni ho reso più efficaci le norme prevedendo che le compensazioni commerciali e industriali fossero delocalizzabili rispetto allo stadio, naturalmente nello stesso comune, e ho previsto il riconoscimento degli stadi come infrastrutture strategiche nazionali, con tutti gli affetti positivi di questo status”.

E i fondi? “Il Commissario potrà contare sul Fondo Equity che verrà costituito a breve, di concerto con il MEF e anche con il MIT, con una base iniziale di almeno 150 milioni, al quale concorreranno anche altri soggetti e farà parte di un portafoglio di strumenti a beneficio dei piani economico-finanziari delle iniziative pubblico-private”.

L’Italia porterà 5 stadi a Euro 2032. Due sono già pronti (Roma e Torino), uno è finanziato coi fondi del PNRR (Firenze). È una rivoluzione parziale. Non doveva essere un’occasione per cambiare il volto infrastrutturale del Paese? “Per l’Olimpico Sport e Salute ha previsto significativi investimenti per un piano di ulteriore qualificazione già presentato, con grandi apprezzamenti, anche alla UEFA e alla FIGC. Lo stadio della Juventus va già bene così, dopodiché gli altri tre stadi saranno scelti dalla Federazione e proposti a ottobre 2026 dopo una vera e propria competizione tra Firenze, che ha già il cantiere aperto su impulso dell’amministrazione, Milano, Bologna, Cagliari, Napoli, Salerno e Palermo che hanno progetti in movimento. Hanno manifestato interesse a Euro 2032 anche Genova, Verona e Bari. Inoltre, fuori dalla selezione, ci sono gli stadi di Venezia, del quale è stato aperto il cantiere la settimana scorsa, Empoli, dove si è esaurita la prima fase dell’iter amministrativo, mentre si sta muovendo la progettualità a Como. Mi sembra un bel cambio di passo, non vi pare?”. 

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