Zetti su La Nazione: “Viola senza identità, ma la fiammella della speranza è ancora accesa”

Cosimo Zetti, nel suo commento su La Nazione, analizza il momento difficile dei viola dopo la sconfitta contro il Napoli. Il gioco, il modulo, le scelte dell’allenatore che non convincono e l’assenza di un’identità chiara. Sono questi i temi ricorrenti quando si parla della Fiorentina, problemi che da settimane alimentano le discussioni tra tifosi e addetti ai lavori. L’ultima sconfitta si inserisce in una stagione altalenante, ma va riconosciuto che la squadra, almeno, ha provato a reagire fino alla fine.

“Poco, pochissimo nel primo tempo. Poi, contrariamente al solito, una buona reazione nel secondo tempo.” Tuttavia, i numeri restano impietosi: cinque sconfitte nelle ultime sei partite sono un campanello d’allarme. Con la stagione ormai inoltrata, la Fiorentina non ha ancora trovato una chiara fisionomia di gioco. “La classifica si è complicata, l’Europa League si allontana sempre di più e la Conference è pericolosamente in bilico.”

Le decisioni dell’allenatore continuano a essere oggetto di critiche, ma ormai un cambio in panchina non avrebbe senso: “No, a questo punto della stagione, è inutile mandare via Palladino, non servirebbe proprio a niente. Anzi, forse sortirebbe l’effetto contrario.” L’obiettivo dev’essere quello di restare uniti, superare il turno in Conference League e mantenere la calma.

La squadra ha dimostrato di essere ancora viva: “La reazione viola, arrivata in ritardo, ma comunque arrivata, lascia accesa la fiammella della speranza.” Un segnale che qualcosa si muove ancora, che sotto la cenere resta un potenziale da risvegliare. “A Palladino e alla società il compito di riattizzare il fuoco e di alimentarlo fino al termine della stagione. Poi, a fine maggio, tireremo le somme.”