La Roma ha vinto una partita che la Fiorentina avrebbe meritato di pareggiare. Il Betis ha condizionato le scelte di Palladino
Al gol di Dovbyk, scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport, mi sono detto che non siamo stati in grado di attribuire a Claudio Ranieri, a questo signore, i meriti che ad altri sono stati – e vengono ancora – riconosciuti. Sento ripetere «la grande esperienza di Ranieri», «Claudio il rasserenatore…». Ma quella che gli ha consentito di ottenere il diciannovesimo risultato utile consecutivo e portare la Roma davanti alla porta del paradiso Champions non è l’esperienza, né il prozac: ma la competenza, sono le conoscenze, è il talento che non ha età. Se non l’hai a trent’anni, non l’hai a settanta.
La Roma ha vinto una partita che la Fiorentina avrebbe meritato di pareggiare: nel secondo tempo, dopo l’ingresso di Fagioli e l’uscita dall’altra parte di Pellegrini, la squadra di Palladino s’è presa il campo e non l’ha più lasciato. Ha però avuto la disgrazia di fermarsi sul corpo e sulle mani di Mile Svilar, il miglior portiere della Serie A per rendimento e prospettive. Raffaele ha potuto finalmente mostrare anche al quarto uomo il cronometro che tiene sempre in mano e protestare per i secondi in più nei quali la Roma ha segnato.
L’assenza di Dodo l’ha avvertita soprattutto Angeliño, la presenza della semifinale col Betis di giovedì prossimo ha condizionato le scelte iniziali di Palladino. La Fiorentina ci ha provato, solo che – oltre a Svilar – ha trovato un avversario deciso a prendersi i tre punti con tutte le sofferenze del caso. […]
Le righe conclusive le dedico al bellissimo coro dell’Olimpico riservato a Bove, che si è commosso: “Forza Edo, continua a sognare”. I complimenti li rivolgo alla dirigenza della Fiorentina: è stata ed è vicina al ragazzo che avrebbe meritato un’attenzione in più dalla società nella quale è cresciuto e che l’ha lanciato.
Di
Redazione LaViola.it