Il direttore del Corriere dello Sport sul ministro dello sport: “Pressioni sul comitato tecnico-scientifico e su Conte affinché firmi il blocco del campionato”
“Perché Vincenzo Spadafora ripete in giro che domani o dopodomani il governo chiuderà il calcio con un dpcm ad hoc? E perché due presidenti di Serie A lo vanno raccontando con intollerabile soddisfazione ai colleghi? Sono gli stessi che telefonano continuamente al ministro spacciando baggianate e facendogli rimediare figuracce come la frase sulla Lega che si sarebbe dichiarata contraria alla ripartenza o la chiusura degli allenamenti nei centri di proprietà dei club ai professionisti degli sport di squadra (il provvedimento modificato grazie al buonsenso dei governatori di Emilia-Romagna, Campania e Lazio e all’intervento decisivo del Viminale)”. Così scrive in un commento sul Corriere dello Sport il direttore Ivan Zazzaroni.
“Quali sono le motivazioni – ne servono di gravissime – che inducono il ministro a esercitare pressioni prima sul comitato tecnico-scientifico e poi su Conte affinché firmi il blocco del campionato e l’inizio della crisi più ingestibile di sempre? E non ho finito: giorni fa il premier-tifoso non aveva assicurato che avrebbe fatto il possibile per restituire il calcio agli italiani? Domande tante. Risposte, nessuna. E parole vuote e post figli della personalizzazione di un confronto che dovrebbe essere istituzionale, di un’urgenza di protagonismo e di consenso social, oltre che dell’assoluta mancanza di serenità”.
“Spadafora, due presidenti (più uno non del calcio) e un paio di manager da una parte («gentaglia che sta approfittando dell’emergenza per fare il golpe in vari settori si muove alle spalle di chi decide» il commento di un importante operatore); Uefa, Figc, Lega, calciatori, agenti e appassionati dall’altra”.
Di
Redazione LaViola.it