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Zauri a VI.IT: “Tocco di mano, me ne sono pentito. In viola gruppo fantastico”

Luciano Zauri

L’ex giocatore viola ha parlato in esclusiva nella nostra diretta Instagram. Di seguito le parole

Luciano Zauri nella diretta Instagram di LaViola.it: “In questi giorni, come tutti, sto a casa con la famiglia. Stando a casa le cose miglioreranno sempre più“.

QUARANTENA DA TECNICO: “Sto leggendo molto e guardo anche partite vecchie. Mi sto aggiornando praticamente ovunque“.

SULL’ESPERIENZA ALLA FIORENTINA: “Il mio nome era legato alla Fiorentina, e a Firenze già da qualche anno purtroppo. La mia voglia di giocare era tanto. Avevo bisogno di rimettermi in moto e di tornare ad essere protagonista. La chiamata di Prandelli, che avevo avuto nelle giovanili dell’Atalanta, mi aveva fatto tornare la voglia. Sono arrivato in uno spogliatoio fantastico. Un gruppo unito in cui sono entrato in punta di piedi. In un attimo mi sono trovato a mio agio anche grazie a Dainelli che è diventato una bandiera della Fiorentina“.

SU QUELLA SQUADRA: “C’era una qualità altissima. Ma voglio sottolineare lo spesso umano di quella squadra. Era poi una squadra molto forte con giocatori di qualità e temperamento in mezzo al calcio e non solo. Era una grandissima Fiorentina. A Frey era impossibile fare gol. A fine anno arrivammo al quarto posto e questo la dice lunga sul valore della squadra“.

SULLO SPOGLIATOIO: “Prandelli non era una scoperta ma una certezza. Ho ritrovato un grande uomo oltre che un grande allenatore. Quando si ha un grande allenatore e grandi giocatori le cose funzionano. In quel gruppo c’erano giocatori di un certo calibro. Era uno spogliatoio vivo che aveva voglia di fare bene. Si stava bene anche fuori dal campo“.

LA MANO AI TEMPI DELLA LAZIO: “Nel tempo mi sono assunto le mie responsabilità. Non vado fiero di quel gesto. In quel momento giocavamo per la salvezza, come la Fiorentina. La testa mi ha detto di fare quell’intervento e così è andata. E’ stato un momento negativo ma lottavo per un’altra maglia. Ripeto che non ne vado fiero“.

IL GIOCATORE CHE PIU’ TI HA IMPRESSIONATO A FIRENZE: “Era una rosa livellata verso l’alto. C’erano tanti giocatori di valore tecnico assoluto come Montolivo o Mutu. Dirne solo uno non vale. Certo c’era un ragazzo giovane come Jovetic che faceva già capire che avrebbe spiccato il volo. Al di fuori della Fiorentina io ho giocato in una Serie A che aveva giocatori incredibili. Ho giocato con Cassano, ma anche con Morfeo che ha qualità sopraffine“.

SULL’ESPERIENZA DA ALLENATORE: “La difficoltà principale è quella della gestione dei ragazzi. Ho avuto la fortuna di allenare a Pescara che è casa mia. Alcuni ragazzi erano stati miei compagni di squadra pochi anni prima, quindi le difficoltà non sono mancate“.

SU ALLENATORI MODELLO: “Ho avuto Vavassori, Prandelli, Delio Rossi. Tutti allenatori che hanno sempre insegnato calcio. In loro mi riconosco per la voglia di giocare sempre e comunque al calcio“.

SULL’IDEA DI CALCIO: “Voglio un calcio propositivo anche se poi bisogna sempre vedere il tipo della partita. Essere integralisti nel calcio non paga“.

SULLA STAGIONE DELLA FIORENTINA: “Ha alternato buone partite ad altre meno buone. Gli infortuni minano la stagione di alcune squadre. Lo stop di Ribery, la situazione di Chiesa che è stato distratto dalle voci di mercato estive. La classifica comunque permette di poter fare ancora un salto avanti“.

FALLIMENTO DEL MONTELLA BIS: “Ha preso la panchina nella stagione precedente portando tante partite. Ripartire da lì non ha aiutato. Poi ci sono state delle situazioni extra campo che però hanno portato a pagare proprio l’allenatore. Non penso sia giudicabile per questa seconda esperienza alla Fiorentina“.

SU CHIESA NEL RUOLO DI PUNTA: “Chiesa, come il padre, è un giocatore che appena può calcia. Ha bisogno di spazi e magari avvicinarlo troppo alla porta non paga. E’ un giocatore che si sta completando. Per esigenza può giocare anche da seconda punta ma secondo me qualche metro più indietro lui sarebbe anche più contento“.

SU CASTROVILLI: “E’ il classico centrocampista che sa fare tutto. E’ molto intelligente ed è un centrocampista moderno. Magari neanche lui si poteva aspettare questo impatto con la Serie A. E’ un giocatore in ascesa e tocca solo a lui non sedersi e proseguire così“.

SUL POL LIROLA: “Anche lui è giovane e va aspettato. E’ un predestinato perché ha sempre fatto bene. Ha bisogno di tempo. In un modulo a cinque è più libero ma un giocatore di Serie A deve saper fare sia l’esterno che il terzino“.

SU COMMISSO: “Con la mia amicizia con Dario Dainelli ho solo poche positive da dire. Ha bisogno di entrare nelle dinamiche delle partite e delle polemiche. Ha voglia di investire e la Fiorentina ne ha bisogno perché è una grande piazza“.

SUL NUOVO CENTRO SPORTIVO: “E’ fondamentale. Chi ha queste strutture spesso raggiunge ottimi obiettivi. Non parlo solo dei top club ovviamente“.

SUL FINIRE LA STAGIONE: “Muoiono 400/500 persone al giorno, non si può pensare di rimettere in piedi il calcio. Ora bisogna guardare davvero al sodo. Non voglio essere moralista ma in questo momento è follia pensare alla Champions League quando ci sono persone in difficoltà anche economiche. Forzare le cose adesso non avrebbe senso“.

SUL CALCIOMERCATO: “Per una o due stagioni dovremo trovare delle formule diverse dal passato. Ora si deve pensare alla situazione sanitaria poi sicuramente si troveranno soluzioni anche per il calcio. Servirà un po’ di pazienza“.

SULLA VOGLIA DI TORNARE IN PANCHINA: “Tanta voglia. Io sono nato in mezzo al campo e non posso stare senza pallone. Sono giovane come allenatore ma ho voglia di imparare e crescere. Utilizzerò il tempo per aggiornarmi in attesa di una squadra“.

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