Intervista al direttore sportivo del Dallas che aveva venduto il centrocampista brasiliano dal Gremio al Barcellona
Sulla parete del suo ufficio a Dallas è appesa la maglia numero 8 del Barcellona con scritto “A Zanotta, un abbraccio da amico”. La maglia blaugrana è quella di Arthur, ormai prossimo acquisto della Fiorentina. Lo stesso giocatore che aveva venduto al Barcellona nel 2018 per 32 milioni più bonus. Per conoscere meglio il centrocampista brasiliano e per commentare il suo arrivo a Firenze, LaViola.it ha contatto in esclusiva l’attuale ds del Dallas FC, Andre Zanotta:
Buonasera Direttore, come commenta il trasferimento di Arthur a Firenze?
“Arthur è un ragazzo con una mentalità molto forte, non so esattamente cosa è successo tra Juventus e Liverpool, ma credo che trasferirsi a Firenze possa fargli molto bene. La Fiorentina può essere il club giusto per rilanciarsi”.
Quali ricordi la legano ad Arthur?
“Abbiamo vinto insieme la Libertadores al Gremio. Che io ricordi, Arthur è stato l’unico giocatore premiato come MVP della finale giocando solo il primo tempo col Lanus perché poi ha avuto un infortunio e non è rientrato dopo l’intervallo. Purtroppo ha saltato il Mondiale per Club per quell’infortunio e ricordo che a inizio 2018 c’erano tante squadre interessate. Gli rinnovammo il contratto, ma in estate c’erano il Barcellona e il Bayern. Per lui giocare nel Barça era un sogno. L’accordo iniziale era di andare lì a gennaio 2019, ma poi ci andó nell’estate 2018 visto che il Barca aveva avuto un precedente sfortunato con un altro sudamericano arrivato a gennaio. Era un profilo che si adattava molto bene allo stile del Barcellona, poi non so cosa sia accaduto, anche se poi è stato protagonista di un trasferimento molto importante alla Juve”.
Qual è la prima cosa che l’aveva colpita di Arthur?
“La qualità che ha con il pallone, il passaggio e la visione di gioco, ma anche come lo protegge. Quando sono arrivato al Gremio giocava nella seconda squadra, ma appena l’ho visto mi sono reso conto che era troppo forte per stare lì. E quando è stato promosso in Prima Squadra ha sempre fatto la differenza. Inoltre, ricordo che il capitano, Maicon, che ha uno stile di gioco simile a quello di Arthur, spesso gli faceva vedere dei video per spiegargli come posizionarsi in campo. Voleva sempre imparare e migliorare”.
Adesso lei lavora per un club statunitense. Che rapporto ha con la Fiorentina e avete mai avuto contatti con il club di Commisso?
“Non abbiamo un rapporto con la Fiorentina. L’unica volta che abbiamo parlato è stata quando Burdisso lo scorso anno era venuto a vedere Pepi che lo voleva anche la Sampdoria. Abbiamo un bel rapporto con i Friedkin della Roma, gli abbiamo venduto Reynolds”.

Di
Mattia Zupo