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‘Yonghong, siamo al gong’: i soldi o subentrerà Elliot. Tensione all’interno del Milan
Alta tensione Milan. L’ad Marco Fassone (ieri assente in Lega calcio nonostante l’importanza dell’assemblea per i diritti tv) si sta dedicando alla stesura della memoria difensiva che Casa Milan presenterà entro giovedì alla camera di giudizio della Uefa. Il contenuto della relazione farà riferimento ad altri club che in passato sono stati sanzionati con multe e limitazioni della rosa, ma non con l’esclusione dalle Coppe europee come sta rischiando in questo momento la società rossonera dopo la bocciatura riguardo il settlement agreement. Così scrive Il Corriere dello Sport. Il plenipotenziario rossonero sta lavorando assistito da un team di avvocati con l’intenzione di accorciare i tempi per il giudizio del governo europeo del calcio.
Ma nel mirino dell’Uefa, in realtà c’è sempre di più il presidente rossonero che, sempre entro giovedì, dovrà versare 10 milioni di euro per l’aumento del capitale. L’operazione dovrà essere completata entro il 30 giugno con il bonifico di altri 30 milioni. Finora il numero 1 del Milan non ha mai mancato questi obblighi, ma in questo momento c’è la sensazione che Yonghong Li abbia oggettive difficoltà nell’assecondare il calendario dei versamenti. Non solo per motivi economici, ma soprattutto per un conflitto di interessi suoi personali con l’agenda del Milan che prevede un intervento rapido presso l’Uefa per convincere Nyon a non penalizzare il club con l’esclusione dall’Europa League 2018-2019. Ma venerdì scorso, in occasione del Cda, è stata anche inviata una lettera a Yonghong Li con la quale il consiglio di amministrazione ha invitato il presidente del Milan a inviare i 10 milioni di euro, entro 5 giorni ricordando che, se i soldi non dovessero arrivare nei tempi stabiliti, il fondo Elliott potrebbe subentrare come proprietario del club prima del 15 ottobre.
Una procedura che, in realtà, si presenta complessa ma che, in un momento così complicato come quello attuale, fa notizia perché la posizione di Mr. Li è sempre più instabile e complicata. Appare abbastanza nitida la frattura fra il presidente e il management rossonero costretto sempre a un’emergenza costante e assai scomoda. Soprattutto per il clamore che farebbe l’esclusione del Milan dal palcoscenico internazionale. Un altro segnale da non sottovalutare è stato dato ieri dall’Associazione dei piccoli azionisti del Milan che ha dedicato una lunga e dettagliata lettera al presidente. Il contenuto e il senso si possono riassumere in maniera eloquente. «Tempo scaduto: rifinanziamento o cessione!». Non si tratta di un consiglio, ma di un vero e proprio ammonimento che, comunque, interpreta le perplessità dei tifosi del Milan. Fra l’altro i piccoli azionisti del Milan avevano sostenuto e incoraggiato il cambio epocale della proprietà, opponendosi a Berlusconi e Galliani per sostenere i nuovi proprietari. Quindi il messaggio è forte e chiaro: Mr. Li non viene più considerato una risorsa, ma un problema, un vero e proprio ostacolo per questo Milan. La resa dei conti, in tutti i sensi, è in atto.
