Orgoglio, passione. Stefano Pioli riparte da qui. Dall’orgoglio di vestire la maglia viola, dall’onore di rappresentare Firenze sul campo. E poi passione, motivazioni: per ricreare davvero unione e riportare almeno un pizzico di entusiasmo. Il tecnico viola sa che ora starà a lui, al suo lavoro e ai risultati, riportare un po’ di serenità nel turbolento ambiente fiorentino. Una sorta di parafulmine alle critiche che si accumulano sulla Fiorentina: fu così due anni fa con Sousa, fu così con Montella nell’estate 2012. Furono i due allenatori a riportare il sereno, con bel gioco, selfie e risultati.
Pioli ci spera, sebbene sappia che la strada sarà tutt’altro che in discesa. È partito per Moena con appena dieci giocatori da prima squadra e tanti ragazzi volenterosi, da oggi si uniscono anche i primi Nazionali. Difficile contare chi, dell’attuale gruppo in Trentino, rimarrà nella stagione 2017/2018. Potrebbero però non essere in molti. “Mi è stata promessa una squadra competitiva, e credo che riusciremo ad averla. Chiaro che vorrei avere subito a disposizione l’organico completo, ma queste sono le dinamiche. Dovranno arrivare giocatori soprattutto orgogliosi di indossare una maglia come la nostra, di rappresentare Firenze”, ha spiegato Pioli.
In ogni caso, la fiorentinità, l’attaccamento all’ambiente viola e la chiarezza di Pioli hanno portato un pizzico di equilibrio in val di Fassa. Senz’altro un cambio di rotta rispetto agli ultimi mesi di gestione Sousa. La filosofia del tecnico ex Inter è chiara: rapporto diretto con tutti i giocatori, con l’obiettivo di trasmettere le proprie idee calcistiche ma anche di toccare le giuste corde a livello umano. Di trasmettere, insomma, quell’attaccamento alla maglia che a volte non si è visto negli ultimi mesi. “Voglio parlare con tutti i miei giocatori, perché prima riesco a capirne le qualità anche caratteriali, prima riesco ad entrar loro nella testa”, ha detto Pioli.
Discorso che vale per tutti, dai partenti a chi invece può rappresentare una base per ripartire. Oggi ci saranno i primi allenamenti in Trentino per i Nazionali viola: Tatarusanu, Astori, Milic, Badelj, Hagi, Sanchez, Schetino, Baez, Babacar e Kalinic. Tra questi, evidentemente, alcuni dei giocatori ‘demotivati’, che con parole più o meno chiare hanno palesato la propria volontà di lasciare Firenze. Primo su tutti Nikola Kalinic: “Lo aspetto, è un giocatore molto forte, mi piacerebbe allenarlo. Ma aspetto di capire le sue intenzioni e soprattutto le sue motivazioni”, ha detto Pioli. Altro colloquio faccia a faccia in programma per il tecnico, anche se difficile pensare che il croato possa cambiare idea dopo lo sfogo pubblico. Anche Badelj vorrebbe cambiare aria, mentre Tatarusanu è in uscita vista la concorrenza di Sportiello. Non facile risolvere questi casi, proprio nel periodo in cui si prova a costruire la squadra per la nuova stagione.
“Nel calcio le motivazioni fanno la differenza: chi sceglierà altre strade, farà la scelta migliore per entrambi”, ha poi aggiunto Pioli, con riferimento anche a Federico Bernardeschi. Uno atteso a Moena per il 17 luglio, ma che in realtà potrebbe vestire prima di quella data la maglia bianconera. Intanto, Pioli cerca delle certezze da cui ripartire. Oggi arriva Astori (il probabile nuovo capitano), e in mezzo al campo il primo indiziato è Vecino: “E’ un giocatore fortissimo, che ho sempre seguito, l’avevo chiesto anche alla Lazio: è un centrocampista completo, moderno, fa bene tutte e due le fasi, ha tempi d’inserimento, ha geometrie, generoso, dinamico. Ha tutto per essere un grande giocatore. Ma il mercato non lo faccio io. Alleno i giocatori che la società mi mette a disposizione: ma per me Vecino è un giocatore molto molto importante”, ha confidato il tecnico. Parole chiare, che pure lasciano dei punti di sospensione per quella clausola di rescissione fissata sul cartellino dell’uruguaiano: 24 milioni sono una cifra non spropositata, se si pensa alle valutazioni che girano nel mercato internazionale. Perdere anche lui, un altro titolare oltre a Bernardeschi, Borja Valero, Kalinic, Badelj e Ilicic, sarebbe un danno non da poco.
Di
Marco Pecorini