“Voglio trovare un Senso a questa storia, anche se questa storia un Senso non ce l’ha…”. Cantava così Vasco Rossi, nell’album ‘Buoni o Cattivi’ uscito nel 2004. Pochi mesi più tardi, la Fiorentina di Dino Zoff coglieva un clamoroso 3-3 al Franchi contro la Juve, il primo Fiorentina-Juve dal ritorno dei viola in Serie A. Un Senso “a questa sera”, “a questa voglia”, “a questa situazione”, a seconda delle strofe. Frasi facilmente associabili alla Fiorentina. La voglia di trovare un Senso a una stagione fatta di alti e bassi, di qualità mediocri, di valori da ritrovare e obiettivi poco ambiziosi. Un senso, poi, alla situazione storica di questa Fiorentina, con il ruolo dei Della Valle da decifrare, la contestazione dei tifosi che va avanti e che, dopo il picco contro l’Hellas, potrebbe vivere un nuovo capitolo domani sera al Franchi.
Tutto, però, viene dopo La Partita. Inutile pensare che sia una sfida come le altre, tra Fiorentina e Juventus. Specie in una stagione così, un risultato positivo contro Lei può fare la differenza. Difficile, quasi impossibile, direbbe la logica. Così come i pronostici: tutti nettamente a favore della Juve. Del resto, da una parte c’è una squadra che ha subito un solo gol nelle ultime quindici partite tra campionato e coppe, che ha vinto 10 partite di fila; dall’altra una formazione che ha provato a tirar fuori la testa dal guscio a Bologna, dopo aver toccato il fondo davanti ai propri tifosi appena una settimana prima.
Sulla carta, insomma, non c’è storia. Anche guardando uomo contro uomo: Buffon vs Sportiello, Alex Sandro vs Biraghi, Pjanic-Khedira vs Badelj-Veretout (e Asamoah/Marchisio vs Benassi), Higuain vs Simeone, Mandzukic vs Thereau, fino a Bernardeschi vs Chiesa che forse è l’unico confronto che ci può stare. La voglia, però, è quella di andare oltre i pronostici. Di metterci il cuore, di metterci qualcosa in più a livello di grinta, carattere, anima. È una missione quasi impossibile, ma il gruppo non si vuole arrendere. Dopo aver toccato il fondo, sembra esserci nuova consapevolezza.
“Per noi fare risultato contro la Juventus significherebbe regalarci una grande soddisfazione in una stagione di rinnovamento che comporta qualche difficoltà. Sappiamo quanto questa partita vale nel nostro presente e varrà nel nostro futuro”, ha detto Pioli. Poi il capitano Astori: “Per conquistare un risultato positivo dovremo giocare la partita perfetta. Si può fare”. Fino a Chiesa: “E’ la partita dell’anno. Daremo il 100% per Firenze e per la maglia. Niente è impossibile e proveremo a dare una grande gioia a Firenze perché è una partita sentitissima”. Nel mezzo, anche la carica di Simeone: “Juve, sarà la tua Waterloo. Ho già fatto doppietta a Buffon: segnargli di nuovo sarebbe una gioia indescrivibile. Sono carico a mille. Vogliamo regalare una notte magica a Firenze”. E Benassi, uno che la vive come un derby personale (da ex capitano granata): “Vogliamo vincere contro una big, potrebbe essere la svolta“. Fino a Badelj (“Ho battuto due volte la Juve: ci proveremo”) e Milenkovic (“Daremo tutto per vincere. Non ho paura, voglio portare la maglia viola con orgoglio”).
Solo parole, diranno in molti. Eppure la voglia di fare una grande gara c’è. Perché in novanta minuti, lo sanno tutti, la Fiorentina si gioca più dei ‘soli’ tre punti. Si gioca la faccia, l’onore, forse un pezzo di storia. Pur in un’annata avara di soddisfazioni, fin qui, come questa. Perché i fiorentini si ricordano ancora quel 3-3 del 2004 in una gara tutto cuore, o il 3-2 a Torino con Osvaldo-Papa Waigo improvvisati protagonisti, oppure ancora le vittorie del ’98, del ’92, del ’91, degli anni ’80, i gol di Bati, Lulù Oliveira, Robbiati, Laudrup, il rigore parato da Mareggini. Fiorentina-Juventus, insomma, è storia, tradizione, origini. Checché ne dicano quelli che danno di provinciali a chi ‘sente’ questa partita. Anche con una squadra nettamente inferiore, si può passare alla storia. Specie ora che c’è da trovare “un Senso” a una stagione così. Anche se l’impresa, sulla carta, è quasi impossibile.

Di
Marco Pecorini