Editoriali
Voglia di svoltare, rivoluzioni precedenti dicono che è possibile. Molte concorrenti in ritardo e piene di incognite. La Fiorentina può giocare d’anticipo
Voglia di svoltare. Altre rivoluzioni precedenti dicono che è possibile. Molte concorrenti dei viola sono in ritardo e piene di incognite. La Fiorentina può giocare d’anticipo
La prima scelta della Fiorentina era ed è stata Gattuso, e viceversa. Per il club viola e il tecnico calabrese l’obiettivo è comune: ricostruire una Fiorentina che torni in zone che le competono. Una sfida ambiziosa, non scontata e neanche banale. L’essersi scelti a vicenda, con diversi giorni di anticipo rispetto ad altre realtà che a livello di gerarchie sono da qualche anno davanti in classifica alla Fiorentina, può essere un grande vantaggio.
CONCORRENTI. Dopo due anni di Juric il Verona cambia. Lo fa in maniera radicale, affidandosi ad un tecnico come Di Francesco che ha tutt’altre idee tattiche rispetto al croato. Riusciranno gli scaligeri a ripetere le ultime due annate senza Juric? Il Sassuolo perde De Zerbi e si affida a Giampaolo, altra incognita. La Sampdoria idem come sopra. Per non parlare di altre società, anche importanti come la Lazio, che rispetto alla Fiorentina potranno iniziare la programmazione della prossima stagione con oltre 20 giorni di ritardo. C’è, insomma, la possibilità di scalare diverse posizioni. Molto passerà dal mercato.
RIVOLUZIONI PRECEDENTI. La recente storia della Fiorentina racconta che non è impossibile scalare rapidamente la Serie A, soprattutto dopo annate quasi disastrose. Accadde col tandem Corvino-Prandelli dopo la salvezza all’ultima giornata del primo anno di Serie A dell’era Della Valle, con quella Fiorentina che raggiunse la Champions League aprendo un ciclo che per cinque anni vide i viola stare stabilmente tra le prime quattro (al netto delle penalizzazioni di calciopoli), e si è ripetuto con l’avvento di Pradè-Montella dopo la salvezza ottenuta in extremis con Guerini in panchina l’anno precedente, aprendo un ciclo di tre anni con tre quarti posti e una presenza importante e stabile in Europa. Estati in cui, per quanto con tempistiche diverse, andarono in scena vere e proprie rivoluzioni tecniche. La stessa cosa è accaduta anche dopo la salvezza di Montella nel primo anno di gestione Commisso, ma lì diverse cose non hanno funzionato, con una mancanza di visioni comuni e intenti tra il tecnico e la squadra mercato che ha dato vita a tanti qui pro quo.
SINTONIA. Sarà fondamentale, stavolta, che uomini mercato e Gattuso lavorino in piena sintonia. Meglio pochi, ma buoni, piuttosto che un’infornata di giocatori non funzionali. Non è un caso se i primi nomi che circolano in orbita viola arrivino su richieste dello stesso tecnico, o comunque già apprezzati e cercati in passato da Gattuso. C’è bisogno di prendere decisioni pesanti, con tanti elementi in bilico. Da Callejon a Ribery passando per Biraghi e Dragowski, sino a Lirola e altri. Oltre, ovviamente, agli innesti che permettano alla Fiorentina di svoltare e tornare in zone che le competono. La voglia di farlo c’è, per ambizioni della proprietà, di un tecnico che ha scelto di ripartire da una realtà allo stato attuale inferiore ad altre piazze, e di una tifoseria che ha voglia di godersi una Fiorentina che torni a fare la Fiorentina.