Voglia e bisogno di crescere, sia davanti che dietro. Ma la strada intrapresa è quella giusta. A Udine in cerca di conferme

Voglia e bisogno di crescere, sia davanti che dietro, per la Fiorentina. Ma la strada intrapresa è quella giusta. A Udine in cerca di conferme

In casa Fiorentina, dopo il ko contro l’Inter di martedì, c’è comunque la convinzione di aver intrapreso la strada giusta. Non potrebbe essere altrimenti, dopo un primo tempo giocato ad altissima intensità e con un predominio netto su un avversario decisamente più forte, sulla carta, come l’Inter, che ha ribaltato la gara più per demeriti della Fiorentina che per meriti propri. La differenza, nell’1-3 di martedì, l’ha fatta tutta l’incapacità da parte dei viola di chiudere il match nonostante il gran numero di occasioni create e aver mollato psicologicamente dopo l’uno-due incassato in pochi minuti.

CRESCERE DAVANTI. Fotografia numero uno dell’Italiano pensiero: “Una squadra come la Fiorentina non può permettersi di sprecare così tanto”. Serve crescere, dunque, davanti. Che sia nella giocata del singolo o nel capire quando e come cercare una soluzione differente, al netto di parate del portiere avversario, pali, traverse, varie ed eventuali. A maggior ragione quando l’avversario è alle corde, non dà segnali di reazione, e tu stesso stai spendendo enormi energie per produrre uno sforzo come quello che ha messo in campo la Fiorentina contro l’Inter che poi, a lungo andare, sai che ti verranno meno. L’assenza di Nico Gonzalez, in tal senso, peserà molto per la Fiorentina contro l’Udinese. Toccherà a Sottil fare un grosso step in avanti, magari traendo fiducia dal primo gol in maglia viola in Serie A, ma anche insegnamento da quelle almeno due circostanze in cui avrebbe potuto far meglio, o comunque qualcosa di diverso, in area di rigore, limite evidenziato non solo contro l’Inter, ma anche contro l’Atalanta. Che sia dal 1’ o a gara in corso, con Saponara che si gioca assieme a Callejon due maglie da titolare proprio con il classe 1999. Il tutto, ovviamente, con Vlahovic al centro dell’attacco. Lo spagnolo, giustappunto, è anche l’unico del pacchetto avanzato a non aver ancora segnato, oltre a Kokorin ovviamente, che tuttavia rappresenta un caso a parte. Reti le dovranno trovare anche i centrocampisti. Se Bonaventura ha già dato un grade apporto alla fase realizzativa viola, col gol al Genoa, l’assist a Vlahovic col Toro e il rigore procurato a Bergamo, Duncan c’è andato vicino già in un paio di circostanze.

CRESCERE DIETRO. Fotografia numero due dell’Italiano pensiero: “Concediamo poche occasioni, ma ci stanno segnando troppo. E questo inizia a non andar bene”. Se è vero che la Fiorentina concede pochissimo agli avversari, infatti, è altrettanto vero che puntualmente la Fiorentina incassa sempre almeno una rete, soprattutto nel finale di gara, rischiando quando di riaprire gare che parevano già chiuse, come col Torino, quando di buttare all’aria il risultato, come contro l’Inter. Serve, dunque, fare dei grossi passi in avanti anche in difesa per evitare di incassare reti come contro i nerazzurri su calcio da fermo, per sincronismi collettivi sbagliati o per letture individuali errate.

CONFERME. La sintesi tra le due fotografie può portare in dote enormi benefici. A Udine, intanto, Italiano e la Fiorentina cercano conferme. Aver avuto 48 ore di riposo in più rispetto all’avversario, al netto delle assenze (pesanti) di Gonzalez, Venuti e Castrovilli, potrebbe dare una grande mano ad una formazione che inevitabilmente tende ad esaurire le batterie nelle seconde parti di gara. Tornare dalla Dacia Arena con punti pesanti potrebbe alimentare ancor di più le speranze di poter fare una stagione lontana dall’anonimato, magari trovando, via via, un equilibrio tra le splendide sensazioni che ha lasciato in dote il primo tempo coi campioni d’Italia e una seconda parte di incontro in cui la Fiorentina si è sciolta dinanzi al pari prima, e al vantaggio poi, dei nerazzurri. La strada intrapresa è quella giusta, resta solo da capire come trasformarla in discesa.