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Voci nel vuoto: i richiami di Iachini e Badelj. Viola nervosi all’idea del rinvio-bis

Gara surreale ieri alla Dacia Arena, con le urla e le parole dei protagonisti ben distinguibili dal campo. E i dirigenti si siedono a ‘distanza di sicurezza’.

Sfumature rosa nel cielo e una luminosa luna piena. Sono gli unici colori che, all’ora del tramonto, accompagnano in campo Udinese e Fiorentina in una Dacia Arena silenziosa e desolata. Una condizione triste, nuova per i giocatori in campo abituati al sostegno o alle critiche del pubblico. Comunque a sollecitazioni che incidono sul rendimento. Il più vivace della Fiorentina è Dragowski, «dai ragazzi» scandisce al fischio di inizio battendo le mani per caricare tutti. Per quasi un quarto d’ora c’è spaesamento, urla confuse. Ma col passare dei minuti tutti i protagonisti sembrano abituarsi. Così scrive il Corriere Fiorentino.

VOCI. Anche Beppe Iachini, sempre furioso in panchina, padroneggia meglio le proprie reazioni senza rinunciare alle indicazioni. «Dusan, devi accorciare» ripete in continuazione a Vlahovic, quando l’Udinese attacca. «Ci sono, mister» risponde lui. Ma quelli che parlano di più sono i leader. Come Milan Badelj, tornato titolare al posto di Pulgar. Quando Duncan sbaglia un lancio mandando a vuoto Chiesa, il croato para subito il colpo per evitare polemiche tra i due: «Fede, Fede… Gioca!». I più caldi, manco a dirlo, sono i sudamericani De Paul e Caceres che arrivano subito faccia a faccia. Allora tocca all’arbitro Fabbri intervenire: «Calmi! State calmi!». Eppure loro due restano i più nervosi, in una partita per la verità molto amichevole.

REAZIONI. I viola con Milenkovic colpiscono un palo accompagnato dalle imprecazioni del serbo che arrivano nitide in tribuna, ma che l’arbitro magnanimamente finge di non sentire, proprio come se ci fosse il pubblico sugli spalti. Anche il consueto sopralluogo in campo di Joe Barone e Giuseppe Commisso, figlio di Rocco, prima della partita è diverso dal solito: nessun giro di campo a salutare i tifosi, ma solo poche parole tra loro prima di sedersi in tribuna rigorosamente distanziati diversi seggiolini tra loro.

TRASFERTA PARTICOLARE. Ma anche la giornata della squadra era in modo surreale. All’ora di pranzo sembrava quasi certo il rinvio della gara dopo la sospensione di Parma-Spal. La squadra si è innervosita perché a quel punto tutti i viola volevano giocare, soprattutto dopo essere già stati a Udine a vuoto una settimana fa. Una trasferta, quella di Udine, che per la Fiorentina è sempre difficilissima, anche a livello emotivo perché riporta alla memoria la scomparsa di Davide Astori.

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