Dalle reti al Cagliari alla cavalcata con l’Inter, fino alle diverse prove negative degli ultimi mesi. Ha solo 20 anni, va recuperato. Ma dipende (anche) da lui
A guardarlo nelle ultime partite, sembra un giocatore totalmente diverso da quel ragazzo spensierato e determinato, con la voglia di spaccare il mondo e di farlo in maglia viola, che Firenze si godeva un anno fa di questi tempi. Dusan Vlahovic un anno fa segnava i primi gol in Serie A. Alla prima vera stagione in prima squadra, il serbo – che già era stato decisivo in agosto per ribaltare la gara di coppa Italia contro il Monza, siglando una doppietta – trovò le prime gioie in campionato a Cagliari. Una doppietta bella quanto inutile, visto che i viola erano già sotto per 5-0 in Sardegna, ma reti che sbloccarono il centravanti classe 2000.
DIFFICOLTA’. Era il 10 novembre 2019. Un anno dopo il suo mondo – e in realtà il mondo di tutti – è cambiato radicalmente. Dalle grandi promesse all’involuzione di un ragazzo che si è caricato sulle spalle forse un peso troppo grande per i suoi 20 anni. Tanto che quella spensieratezza di partenza si è man mano persa, arroccandosi nelle difficoltà di una Fiorentina incagliata nelle sabbie mobili. Da giugno la determinazione e la voglia di migliorarsi hanno lasciato spazio al nervosismo e a qualche atteggiamento che non è piaciuto. Su tutti quell’espulsione contro la Lazio. La piazza di Firenze, con una squadra spesso senza idee e confusionaria, non ha avuto fin qui il tempo per aspettare e risparmiare il ragazzo dalle critiche; lui, dal canto suo, ha trovato pochi appigli per uscire da un tunnel pieno di difficoltà. Ingeneroso, però, bollare come ‘inadatto’ a certi palcoscenici un centravanti di 20 anni che ha tutto – mezzi tecnici e fisici – per cambiare la sua storia.
DALL’INTER ALL’INTER. Non a caso diversi club avevano provato a portarlo via da Firenze in estate. Si parla di offerte parecchio importanti rispedite al mittente. Fino a marzo era stato tra i migliori Under 21 d’Europa per rendimento. Certo, serve una svolta. Da parte di Dusan in primis, ma anche della squadra e dell’allenatore. Che sia messo nelle condizioni di far bene, insomma. I bei gol contro Cagliari e Napoli della scorsa stagione restano ancora negli occhi, così come quella cavalcata strepitosa nel recupero contro l’Inter che faceva sognare Firenze. Ma impossibile non pensare anche alle recenti prestazioni, spesso più che negative. Come l’impatto horror contro gli stessi nerazzurri alla 2° giornata di questo campionato, ma non solo.
DA RITROVARE. Resta, Vlahovic, un giocatore da recuperare e valorizzare. Come tanti che negli ultimi mesi hanno reso ben al di sotto delle proprie possibilità. Per motivazioni psicologiche e non solo. A Prandelli il compito di rigenerare la squadra e Dusan. Con un impianto di gioco diverso, con schemi offensivi che coinvolgano di più le punte. In passato, proprio alla Fiorentina, Cesare ha dimostrato di saperci fare – eccome – con gli attaccanti. Anche se aveva giocatori di grande livello e un impianto di gioco che funzionava a meraviglia. Otto partite di qui a Natale per capire quanto la cura Prandelli possa funzionare. La speranza, per tutti, è che possa essere un nuovo inizio.

Di
Marco Pecorini