Rassegna Stampa

Vlahovic, il ragazzo d’oro con l’Inter nel destino

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Il centravanti serbo si gioca un posto con Cutrone, ma sarà comunque una delle armi di Iachini stasera a San Siro. Dove esordì in A.

Già il fatto che si stia giocando una maglia da titolare, tra Cutrone e Chiesa, la dice lunga. E pensare che proprio in questo stadio, San Siro, debuttava in maglia viola all’età di 18 anni lanciato nel calcio che conta, quello dei grandi, dall’allora tecnico Stefano Pioli. Era il 25 settembre 2018 e Dusan Vlahovic entrava nella storia come il primo classe 2000 a giocare con la maglia della Fiorentina. Adesso, di anni, ne ha appena compiuti 20, e tornerà a Milano con uno score che conta quattro reti in campionato (cannoniere della Fiorentina) e due in Coppa Italia. Così scrive La Repubblica.

IN UN ANNO E MEZZO. Da promessa e bomber della formazione Primavera ad attaccante capace di scalare le gerarchie e far strabuzzare gli occhi ad addetti ai lavori e dirigenti di mezza Europa. Chiedetelo al Napoli, che dopo aver visto suo malgrado Vlahovic segnare la rete del definitivo 2-0 al San Paolo, ha provato a fare pressing sulla Fiorentina e sul procuratore del giocatore nelle ultime ore trovando di fatto un muro invalicabile. Vlahovic non si tocca. E ci mancherebbe fosse il contrario. In pieno recupero, a fine 2019, Dusan aveva infilato con un gol capolavoro proprio l’Inter.

CON PATRICK. Con Cutrone è nato quell’affiatamento necessario tra due ragazzi che lottano per un posto da titolare ma che in fondo giocano e sperano di segnare per aiutare la propria squadra a risollevarsi in classifica. E chissà, anche a regalarsi un’altra grande soddisfazione in Coppa.

TESTA. Iachini sta alternando Vlahovic in attacco e anche stasera, contro i nerazzurri, potrebbe far comodo dall’inizio o a gara in corso. Un perfezionista in allenamento, quasi maniacale nei dettagli, disposto ad ascoltare chiunque abbia un consiglio per lui. La differenza, a questi livelli come sui calci di provincia, la fa sempre la testa. E quella di Vlahovic, nato e cresciuto tra le strade di Belgrado col pensiero fisso del calcio, non conosce limiti.

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