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Vlahovic, dal Cagliari al Cagliari. Dalle prime reti in A al no a 5 milioni di ingaggio in 2 anni. Con l’imperativo di tornare determinante

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Con i sardi Vlahovic segnò i primi gol in Serie A. In due anni il suo valore di mercato è schizzato alle stelle, come le pretese di ingaggio. Missione tornare a determinare

DAL CAGLIARI AL CAGLIARI. Era il 10 novembre 2019 quando Dusan Vlahovic segnò le sue prime reti in Serie A contro il Cagliari, nel disastroso pomeriggio sardo in cui la squadra di Montella rimediò 5 reti al passivo.  2 anni più tardi, con nel mezzo anche una rete vitale sempre coi sardi nell’1-0 del Franchi del passato campionato che permise ai viola di Prandelli di respirare in ottica salvezza, riecco il Cagliari per il serbo, con l’imperativo di tornare ad essere determinante per la Fiorentina.

ASCESA, PRETESE E IL NO. Quando Vlahovic segnò in Sardegna le sue prime reti in Serie A guadagnava le stesse cifre di adesso: 800 mila euro netti. Anche la scadenza del suo contratto era la stessa, 2023. Ad essere cambiato drasticamente è il suo valore di mercato:

Poco dopo aver trovato quei due gol, secondo il portale Transfermarkt.it, aveva una valutazione stimata sui 6 milioni. Adesso, anche in virtù di un contratto in scadenza tra un anno e mezzo, di circa 50 (in estate l’Atletico era arrivato ad offrire 60 milioni). In mezzo, tra la valutazione di allora e quella di oggi, 29 reti in Serie A (10 su rigore, di cui gli ultimi 3 sempre dal dischetto) e un aumento vertiginoso delle pretese di stipendio, col no ai 5 milioni di euro netti di ingaggio che gli aveva offerto Rocco Commisso (un aumento del 525% rispetto a quanto percepisce ad oggi).  Anche l’astio nei suo confronti è schizzato a livelli altissimi da parte della tifoseria viola, divisa tra il doversi turare il naso e non fischiarlo per il bene della Fiorentina (intesa come squadra) e la voglia di esternare tutto il proprio disappunto dinanzi a chi ha ‘tradito’ affetto e stima.

DETERMINARE. Dovrà metterci del suo, tuttavia, Vlahovic per evitarsi fischi e prendersi quantomeno l’indifferenza di chi ha illuso con dichiarazioni e parole alle quali non hanno corrisposto i (reali) fatti. Perché chi lo ha ‘contestato’ a Venezia non lo ha fatto solamente per la vicenda rinnovo/futuro, ma anche per un rendimento non certo all’altezza di chi pretende di valere più di 5 milioni di euro netti di ingaggio. Vlahovic, al di là dei gol su rigore (che comunque contano), deve tornare a determinare. Non solo sotto porta, ma anche quanto a protezione del pallone, attacco della profondità e movimenti che nelle ultime uscite lo hanno visto involversi rispetto a quanto in parte aveva dimostrato di saper fare.

MOMENTO GIUSTO. Il momento per farlo è quello giusto. Il timing è quasi perfetto, per lui e per tutta la Fiorentina, per buttarsi alle spalle l’orribile prestazione di Venezia. Per farlo c’è un solo modo: scendere in campo con tutt’altro piglio rispetto al Penzo, battere il Cagliari e dimostrare che quanto è successo attorno a Vlahovic è davvero qualcosa che è rimasto fuori dallo spogliatoio. A parole tutti hanno detto così, da Italiano a chi ha parlato nel dopo gara di Venezia. I fatti, ovvero la prestazione che fornirà la squadra anche nel servire il proprio centravanti col Cagliari, ne diranno di più. Col Cagliari Vlahovic ha già segnato 3 volte in campionato, solo ad Atalanta e Genoa ne a fatti di più (4). L’occasione per provarci ancora c’è, e potrebbe valere doppio. Non ci saranno ovazioni, né cori come il “Dusan, Dusan!” che timidamente il pubblico viola aveva iniziato a scandire nelle recenti uscite della Fiorentina (col Torino e col Genoa ad esempio), ma ad oggi già guadagnarsi l’indifferenza del pubblico non è scontato. Tocca a lui.

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