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Viola ritorno all’alba, ma il programma non cambia

Mentre il Sassuolo perdeva contro il Genk in casa e salutava l’Europa League, tutta la Fiorentina era ancora tra le braccia di Morfeo. Notte fonda? Macché, era mezzogiorno e mezzo. Strano orario per dormire viste le abitudini del mattiniero Sousa. Peccato che questa volta i viola abbiano dovuto affrontare un rientro decisamente sui generis direttamente dall’Azeirbaigian.

Chiesa («Il gol è un’emozione indescrivibile, non mi ha fatto dormire e neppure sapevo come festeggiarlo», ha detto al sito ufficiale viola) e compagni, infatti, sono rientrati alle cinque di notte, dopo esser atterrati a Bologna. Nessun imprevisto, sia chiaro, ma una scelta fatta a tavolino da Sousa che ha preferito questo iter piuttosto che allenarsi ieri nella gelida Baku e rientrare in serata a Firenze. Anche perché la differenza di fuso di tre ore non ha minimamente inciso sul programma della squadra che di fatto si è comportata come se avesse giocato in Italia.

Già, perché il piano B in casa viola scatta solo quando il fuso supera le 4 ore. Per questo pasti e orari di sveglia sono stati impostati con l’orario italiano. Unica differenza rispetto al solito, ovviamente, l’orario della sveglia. Sousa ieri ha fissato l’allenamento alle 17,30 (Baba era a letto con la febbre) per permettere a tutti di riposarsi al meglio, mentre da oggi si ritorna in campo al mattino con colazione alle 9,30: un classico per Sousa che ieri, in barba al sonno, ha riposato appena poche ore pur di non perdersi il Sassuolo. Poco importa se Di Francesco ha schierato le riserve, Paulo ha voluto studiare una squadra flagellata dagli infortuni (gli ultimi Acerbi e Missiroli) ma di talento: «Sarà dura — ha detto Di Francesco — anche se soffriamo più le medio piccole».

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