La Fiorentina risale, il Milan precipita e la curva viola si vendica con uno sberleffo stereo: fate ridere/fate ridere. I veleni per la Champions persa all’ultima giornata (rigore per il Milan!) si trascinano fino a San Siro per esplodere nella vendetta più clamorosa. La terza vittoria consecutiva in casa dei rossoneri porta con sé molte conseguenze e dal punto di vista viola arriva una conferma incoraggiante per il futuro: il gruppo è più forte delle assenze, qualunque esse siano, da Cuadrado a Pizarro e Mati Fernandez, senza considerare Gomez. Chi entra sa fare il suo mestiere e porta il contributo di chi appartiene alla stessa setta calcistica: umiltà prima di tutto, con Borja Valero gigante fra gli umili e Ambrosini _ a rischio infortunio recidivo _ comunque disponibile a mettersi in gioco e in campo per mezz’ora.
Grande vittoria viola dopo le occhiate prudenti lanciate al Milan, come per conservare le risorse migliori, gestirle, tenerle da parte. La Fiorentina sembra in versione naif e deve imparare a fidarsi di se stessa (Vargas interno, Matos in attacco e il povero Ambrosini al limite dell’eroismo muscolare), il Milan porta il peso della crisi di risultati e sventola nomi di grandissimo spessore svuotati dalla tensione.
Nel primo tempo a parte il gol di Vargas _ il secondo in campionato, segnato questa volta al 27’ con una punizione deviata da Muntari _ restano in mente i tentativi di Balotelli, che cerca fortuna rimbalzando sui difensori viola e sulle smorfie di Mazzoleni. Questa volta non è rigore per il Milan. Ambrosini resiste 33’, poi entra Vecino e Aquilani s’abbassa a fare il play. Le gambe lunghe del giovane uruguagio incrociano il mestiere di Muntari e si teme un calo collettivo, ma la Fiorentina tiene duro con Borja che si spalma sul campo di San Siro puntando sull’ubiquità e il resto della squadra fa il suo dovere. Da ricordare un bel blitz di Matos nel primo quarto d’ora e una parata di Neto su Muntari. Poco altro, a parte la faccia sconsolata di Allegri, che teme di dover rinunciare a Balotelli. Che però resta in campo, alimentando una pressione che sempre più concreta. Vargas con il passare dei minuti perde tonicità da interno, tocca ai più tecnici (a cominciare da Rossi) il compito di gestire palloni che servono per recuperare un po’ di lucidità. Allegri ci prova con Niang al posto di Birsa e il primo risultato è una gomitata al mitissimo Neto, che per la prima volta reagisce e insegue l’attaccante del Milan. Anche Balotelli fa il buttafuori contro il portiere viola e viene ammonito (altro applauso ironico di Neto) e questi sembrano segnali che testimoniano il nervosismo del Milan. La Fiorentina ci crede, il Milan è sempre più teso mentre la curva comincia la contestazione. Entra Joaquin per Rossi e nella burrasca sentimentale proprio lo spagnolo offre da destra la palla per il bis di Borja, che l’anno scorso aveva segnato proprio qui a San Siro il gol della vittoria. La curva viola lancia rasoiate di cattiveria pura contro il Milan: «Fate ridere». Ma Allegri vorrebbe piangere.
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Redazione LaViola.it