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L’ultima beffa: addio Europa. C’è bisogno di un nuovo inizio, di chiarezza e unità di intenti

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Della Valle non c’è. E nemmeno qualche cinese di straforo. Neanche la Fiorentina è molto presente, e per chiudere la lista degli assenti possiamo aggiungere l’arbitro Mazzoleni e la sua truppa di giudici creativi. È una partita strana, questa, un finto derby che decide molto e con la Fiorentina spinta avanti dal pareggio del derby vero, quello di Milano. Ci vorrà molto a prendersi tre punti contro un Empoli che ha infilato un serie di sconfitte che neanche negli incubi peggiori del presidente Corsi? Risposta: sì, ci vorrà molto.

Anche a pareggiare, per essere precisi. Perché la squadra di Sousa è così: riesce a illudere finché, quando in gioco c’è davvero qualcosa, si sfila dai giochi e va in vacanza. Così nasce una sconfitta strana, con tre gol improbabili (due in fuorigioco e un rigore inventato), ma resta comunque quella sensazione forte di poca Fiorentina. E se l’arbitro sbaglia, la proprietà non c’è e a parlare restano dirigenti dal peso relativo. Niente di nuovo, ma la beffa si aggiunge alla malinconia, con l’Europa che diventa un miraggio e Pasqual che segna un rigore seguito da stupide polemiche che non hanno alcun senso.

L’ex capitano ama Firenze e rispetta i tifosi della Fiorentina, ma gioca per l’Empoli ed è un professionista. Sicuramente dentro quel rigore c’era un po’ di rabbia, ma non certo chissà quale rancore per chi lo ha scaricato perché non più utile al “progetto”, per il quale servivano giocatori come Milic e Maxi Olivera (e questo la dice lunga sul progetto). Pasqual è un professionista che lotta per salvare il suo Empoli. Punto. Comunque su partite come queste c’è poco da dire. Di gente motivata in giro se ne vede poca. La società sta pensando al futuro, l’allenatore anche e figurati i giocatori.

Chi può essere in grado di trasmettere motivazioni vere in questa primavera senza senso? Basta andare in sala stampa annunciando un presunto patto per l’Europa quando poi lo stesso allenatore dice che l’Europa non era mai stata dichiarata come l’obiettivo della stagione? Un teatrino assurdo. Chiaro che sul campo difficilmente vedrai una squadra affamata di vittoria. Perché i tifosi, i pochi rimasti al Franchi, chiedono solo questo. Ma il carattere non fa parte dell’dna di questa Fiorentina moscia e maledettamente lenta.

Stiamo qui a descrivere il nulla in attesa che vengano fuori delle novità sul futuro, che per ora si limitano all’ennesima operazione di Ramadani con il Partizan. Milenkovic è un giovane interessante, ma il mercato della Fiorentina sarà altro. E di questo ha parlato Freitas, il vice Corvino, l’uomo dell’operazione Dragowski, quello che ha portato a Firenze il mitico Diks, l’unico terzino destro di ruolo arrivato dal mercato e scartato dal genio di Sousa nel giro di cinque minuti. Freitas arriva in sala stampa, parla dell’arbitraggio che ha penalizzato la Fiorentina (tutto vero, ma fa piuttosto ridere l’idea che l’Empoli conti di più) e poi rilancia oltrepassando il triste presente per indicare il sol dell’avvenire.

«Il prossimo anno saremo competitivi», dice l’uomo di Pantaleo, tanto per portare il discorso oltre questa tristezza e questa sconfitta che, al di là degli errori di Mazzoleni e del suo improbabile team, racconta di una squadra che non vede l’ora di andare al mare, un po’ come il suo allenatore. Ed è il domani ciò che diventa necessario immaginare per provare a tirarci un po’ su il morale. Una stagione così moscia non va ripetuta, anche per non insistere nell’allontanare i tifosi dallo stadio.

Sicuramente ci sarà voglia di un nuovo inizio, di chiarezza e di unità di intenti. Dal tecnico, al futuro di Bernardeschi passando per la ricostruzione di un gioco e di un bel po’ di entusiasmo.

Andare oltre, insomma, contando i giorni che mancano alla fine di questo viaggio verso il nulla.

di Benedetto Ferrara su La Repubblica

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