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Editoriali

Viola, la risposta che serviva. Un nuovo ‘patto’ tra la Fiesole, Italiano e la squadra. Testa a Genk, ricordando Istanbul

Italiano

La vittoria contro l’Atalanta ridà entusiasmo all’ambiente. La Fiorentina deve crescere parecchio, ma successi così valgono di più. E ora via all’avventura europea

Una vittoria che serviva. Come il pane. Per archiviare San Siro, per iniziare al meglio il nuovo ciclo di ferro di settembre-ottobre, per allontanare qualche mugugno, per dare un segnale a sé stessi e all’ambiente. La Fiorentina c’è. Si è rialzata, come spesso è capitato nei due anni di Italiano dopo un duro colpo subito. Il 3-2 contro l’Atalanta ha poi un sapore speciale, perchè i nerazzurri di Gasperini possono rappresentare la ‘settima sorella’ da scalzare per ripuntare all’Europa. E visto che la Fiorentina vuole migliorare la scorsa stagione, mettersi in posizione di vantaggio nello scontro diretto è intanto un piccolo mattoncino. Inoltre girare con 7 punti dopo le prime 4 partite di campionato, prima di iniziare i gironi di Conference (ed avendo affrontato nel mezzo il playoff da dentro o fuori), è un bilancio che ci sta.

VITTORIA DI CARATTERE. Insomma, avanti così. Resta una Fiorentina che deve migliorare, nei singoli e di squadra, ma i segnali mandati dalla domenica del Franchi sono positivi. Soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento, del carattere. Nei primi minuti i viola hanno sbagliato tanto, troppo. Hanno subito gol ma hanno reagito, con il piglio della squadra che vuole la vittoria a tutti i costi. Ottima anche la risposta al 2-2 di Lookman: una pressione offensiva che poi ha dato i frutti. Mancano i gol dei centravanti, c’è uno Nzola ancora indietro, ma intanto la Fiorentina ha il 3° miglior attacco con Juve e Milan, con 9 gol fatti. “Sono convinto che si sbloccheranno presto”, ha detto sicuro Italiano di Beltran e Nzola, dopo aver risposto anche ad un tifoso dietro alla tribuna sulle capacità dell’angolano.

IL ‘PATTO’ CON LA FIESOLE. Bella poi la festa al triplice fischio sotto la Fiesole. Un nuovo ‘patto’, per così dire, tra la curva, Italiano e la squadra. “Ci tenevamo tantissimo a ripartire, avevo detto che la Fiorentina non era quella vista a Milano. Quando fai delle promesse cerchi sempre di mantenerle”, le parole del tecnico viola. Abbiamo avuto un incontro con i ragazzi della Fiesole, mi è piaciuto quello che ci siamo detti. Mi sono sentito chiamare, sono andato sotto la curva con grande rispetto verso di loro, ci incitano dall’inizio alla fine”. Aspetto sottolineato anche da Kouame: “Due giorni fa i tifosi sono venuti a darci carica al centro sportivo. Sentiamo che ci sono vicini, dopo aver vinto così davanti a loro non potevamo non andare sotto la curva per festeggiare insieme”. Insomma, le parole dei tifosi hanno fatto breccia, di nuovo, nelle menti di tecnico e squadra. E questo è un altro bel segnale: quando tutti remano dalla stessa parte, quando c’è questo affiatamento tra tifosi, tecnico e giocatori, Firenze riesce a fare la differenza. Lo si è visto tante volte in passato, ma anche lo scorso anno, quando nella rimonta in campionato e nella doppia cavalcata nelle coppe i tifosi hanno avuto un ruolo fondamentale. L’entusiasmo spingeva i giocatori oltre la fatica, oltre le difficoltà, oltre gli ostacoli.

RICORDANDO ISTANBUL. Ora quell’entusiasmo va ricreato, anche perché la Fiorentina in estate ha cambiato tanto e la doppia finale persa pesa in qualche modo ancora. “Speriamo di diventare presto squadra“, sottolineava Italiano qualche settimana fa. Sicuramente questa vittoria contro l’Atalanta può dare una grossa mano in questo processo. Perché portarsi a casa partite così vale anche più dei tre punti. Ora il Genk, primo atto del girone di Conference. Una partita subito delicata, in un girone non banale. La Fiorentina parte chiaramente favorita, ma i belgi hanno qualità in tutti i reparti e non vanno sottovalutati. Così come il Ferencvaros, pluricampione di Ungheria. Giocheranno tutti la partita della vita, contro la Fiorentina: servirà tenere la guardia alta. I viola hanno imparato la lezione via via, lo scorso anno. E da quelle esperienze bisogna imparare. Specie dall’inizio dello scorso girone di Conference. La Fiorentina, dopo aver pareggiato (anche in maniera sfortunata) contro il Riga, andò a perdere malamente in casa del Basaksehir. Ecco, la squadra di Italiano deve far tesoro di quella figuraccia di Istanbul (finì 3-0). A Genk si deve giocare con autorevolezza e personalità, ma senza dar niente per scontato. Partire bene è fondamentale, per non ritrovarsi subito a rincorrere come un anno fa. Con tutto ciò che questo comporterebbe, anche sul fronte campionato, nella gestione delle energie psico-fisiche.

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