Segni particolari giovani e spregiudicati: l’arma in più della Fiorentina sta tutta nella sua linea verde. Lo ha dimostrato Federico Chiesa (anche) a Pescara. Lui, il più giovane all’anagrafe – 19 anni compiuti lo scorso ottobre – non ha avuto un attimo di esitazione: ha preso per mano la squadra, frizzante come l’età ed effettivo come di solito sanno dimostrare di essere i veterani, ed ha indicato la strada.
Spunti, scatti, conclusioni e temperamento, perché per vincere la classe conta fino ad un certo punto. E adesso che le “pianticelle” viola, come le ha sempre chiamate Corvino, si stanno trasformando in un “bosco” di qualità i giovani sono sempre più l’oro di Firenze. In questo Sousa ha dato un contributo importante nel rendere sempre più intrecciato il rapporto tra prima squadra e settore giovanile. Basta guardare la panchina dell’Adriatico di qualche giorno fa: tolto Milic, classe 1989, e senza considerare i subentrati (tutti comunque della generazione degli Anni Novanta), agli ordini del portoghese c’erano tutti i giovani della Primavera.
C’era il giovane Satalino, 17 anni, “promosso” terzo portiere già un anno fa, alla vigilia della gara di Europa League contro il Tottenham, dopo l’ “autogol” commesso da Sepe con il suo sfogo per il mancato impiego nelle Coppe, e pure il coetaneo Cerofolini, 9 presenze tra campionato e Coppa Italia di categoria agli ordini di Guidi.
Non mancavano nemmeno i figli d’arte: dal più noto Ianis Hagi, 18 anni, trequartista, che in Serie A ha debuttato a Cagliari qualche mese fa (14 minuti) e che in Primavera ha già segnato 5 gol inventandosi pure tre assist, fino a Riccardo Baroni, difensore centrale, capitano della Primavera e figlio di Marco, l’allenatore del Benevento.
L’assenza di Gonzalo, mercoledì scorso, lo ha proiettato nell’orbita dei grandi eppure non ha peso di vista la realtà. Dal padre (e dalla famiglia) ha imparato che per conquistarsi i sogni serve lavorare a testa bassa, cancellando le distrazioni e restando coi piedi ben ancorati per terra. Fabio Maistro, classe ’99, 19 anni il prossimo 5 aprile, la gioia della convocazione l’aveva trovata?.quasi sotto l’albero. Era stato chiamato per il recupero di Marassi, a dicembre, complice anche il forfait di Borja Valero. A Firenze, lui è arrivato quattro anni fa dalla Spal: ha dimostrato la sua abilità col piede destro e pure una discreta dimestichezza con i calci piazzati.
L’altro talentino è Jan Mlakar, attaccante sloveno, uno che non troppo tempo fa Josip Ilicic aveva indicato come uno dei crack del futuro, 18 anni compiuti da poco e già 10 gol con la Primavera, tra campionato e Coppa Italia. Adesso a sognare il debutto è lui, il ragazzino che quando c’è stato da scegliere, tra tanti top club europei, non ha avuto dubbi nello scommettere sui viola.
Dopo Joshua Perez, esterno destro americano con origini di El Salvador che ha debuttato contro l’Inter lo scorso novembre (mettendo insieme, subito dopo, 5 panchine), ora sono tanti altri i baby che sognano il tunnel del Franchi. Il tutto senza dimenticare i nuovi arrivati in questo mercato invernale: Castrovilli, trequartista, la Fiorentina l’aveva già conosciuta nella scorsa edizione del Viareggio, quando era arrivato in prestito per partecipare alla manifestazione. In questo gennaio l’ha vista trasformarsi in realtà insieme a Scalera, terzino destro, pure lui diciannovenne, presi entrambi dal Bari.
E’ stato aggregato alla Primavera pure Julian Illanes, difensore centrale arrivato dall’Instituto Cordoba a parametro zero. Arriverà, invece, in estate M’Bala Nzola (’97), attaccante che, fin qui, con la Virtus Francavilla è andato in rete già sette volte. Giovani e spregiudicati, come quelli della metà degli Anni Sessanta, che poi nel ’68/’69 hanno sollevato il Secondo Scudetto.
Di
Redazione LaViola.it