Serve una vittoria ad entrambe per provare ad uscire dalle rispettive crisi. Due squadre senza identità, Fiorentina tra fatica e motivazioni
In parità il bilancio tra gli scontri tra Palladino e Thiago Motta da allenatori. Oggi però un pari sarebbe un fastidio per tutt’e due, un altro inciampo in un momento in cui hanno bisogno di punti per respirare, per rimettersi in corsa su obiettivi differenti ma quasi obbligati per i loro club. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
SENZA IDENTITA’. In questa stagione li accomuna la difficoltà a trasmettere un’idea base alle loro squadre, Juventus e Fiorentina sono ancora prive di una chiara identità. Bologna e Monza, le loro ex, si distinguevano a occhio nudo, capivi il sistema, vedevi il gioco, ne ammiravi la sostanza, tutto questo non si può dire delle squadre di oggi. E’ come se i due allenatori non fossero ancora riusciti a completare un salto di livello né a maneggiare un materiale tecnico di maggior spessore.
QUALITA’ NON SFRUTTATA. L’organico bianconero e quello viola offrono ai rispettivi allenatori una scelta di ottima qualità. Basta ricordare lo sfarzo del mercato juventino (molti soldi, tante delusioni e pochi risultati, anzi, per ora nessun risultato) e l’eccellente doppio mercato fiorentino (in estate c’era stato un netto rafforzamento rispetto alla squadra dell’anno precedente e a gennaio la cifra tecnica è stata ancora aumentata). Ma siamo già a metà marzo e le critiche hanno appesantito il cammino dei due tecnici. Critiche più dure (contestazioni continue) e anche più meritate sul fronte juventino, mentre a Firenze la qualificazione (seppur faticosa) ai quarti di Conference ha un po’ addolcito l’ambiente.
STANCHEZZA E MOTIVAZIONI. Ma forse è proprio questo, la qualificazione ottenuta giovedì scorso contro il Panathinaikos, a complicare un po’ la vigilia dei viola. Oggi Palladino non potrà rinunciare a giocatori che tre giorni fa hanno dato tutto, come Kean, Fagioli, Gudmundsson, Gosens, e la stanchezza è un rischio concreto. A pareggiare i conti, però, ci sono le motivazioni di Kean e Fagioli, i ripudiati bianconeri. E’ vero che anche sul versante juventino non mancano gli ex (Vlahovic e Gonzalez, tutt’e due dentro una stagione di delusioni), ma non è la stessa cosa: Nico e ancora di più Dusan se ne sono andati per cercare il trionfo che Firenze non poteva garantire, Kean e Fagioli, invece, sono a Firenze perché cercano il riscatto. Meglio se diretto.
Di
Redazione LaViola.it