Ascolti record alle radio, pioggia di commenti sul web e su LaViola.it: Firenze si divide, ma molti stanno con Commisso. E su Federico…
Parziali record di ascolti radiofonici, siti internet presi d’assalto, sondaggi web, social invasi, argomento unico. Federico Chiesa non è un giocatore come gli altri per la città e l’ondata passionale che ieri ha travolto il pianeta del tifo lo testimonia più di mille parole. Chiesa è fisicamente in America, ma emotivamente in ogni angolo di Firenze. Resta, va, deve essere tenuto a forza, meglio costruire la squadra sui denari derivanti dalla cessione. E ancora, deve parlare, meglio stia zitto, la Fiorentina lo incalzi, vogliamo la verità, mai alla Juve. Destreggiarsi tra i meandri delle vie (infinite) di comunicazione del tifo, è complicato. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
Premessa: la luna di miele tra la nuova proprietà e i sostenitori viola è ancora solidissima. Lo si capisce dalle migliaia di interventi del popolo gigliato nelle radio della città così come attraverso i canali del web. La linea dura sul tema di Commisso e Joe Barone, vince di gran lunga rispetto a tutte le altre opinioni. Del resto dall’altra parte c’è la Juventus, avversaria storica che già in passato è riuscita a vestire di bianconero alcune stelle e stelline viola (Roberto Baggio e Bernardeschi alcuni esempi). Parallelamente rispetto ad altri giocatori, il linguaggio verso Federico resta quasi sempre nel limite del tollerabile. Chiesa è un bravo ragazzo, educato, forte: cresciuto da queste parti e simbolo del settore giovanile viola prima e della vera Fiorentina poi. Uno dei pochi a non mollare nel disgraziato finale della passata stagione. Gettare tutto a mare per voci di mercato sarebbe eccessivo e ingiusto, anche se il suo prolungato silenzio infastidisce quasi tutti.
TRE VIE. Le macro direzioni del viola pensiero sono più o meno tre. Si deve adeguare restando a prescindere e giocando come sa. Va venduto per ricostruire una Fiorentina ancora più forte. Diventi il simbolo di una Firenze che non si piega. Con la possibilità di metterlo in panchina o in tribuna qualora venisse meno il suo impegno.
Di
Redazione LaViola.it