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Viola al buio, squadra nel mirino. Fischi dei tifosi, ADV deluso

IL TIFO, vero, acceso, puntuale c’è stato. Fino al 90’. Nonostante tutto. Nonostante un domenica impossibile, senza spettacolo, senza emozioni, senza sussulti.
Poi, passato il 90’ ecco che il cuore di Firenze ha messo fuori tutta la sua delusione. Nel mirino la squadra e quelle sensazioni di scarso impegno. «Fuori le p…», scandisce la Fiesole e il riferimento agli attributi è tutt’altro che casuale e di fatto serve per capire a tutti che la fiducia per la Fiorentina – per questa Fiorentina – è una fiducia a termine. Ed è proprio anche e soprattutto su questo calo di fiducia-entusiasmo che la società e Sousa e i giocatori, dovranno cominciare a riflettere e lavorare in questi giorni. In queste ore.
Nella testa di tutti ci sono ancora le parole (roba di due giorni fa) di Andrea Della Valle che alla squadra e ai tifosi aveva consegnato il suo ottimismo. Ieri ADV era allo stadio, ma forse si sarà stropicciato gli occhi, incredulo, nel vedere una Fiorentina così sofferente, così lontana dagli attestati di stima e di fiducia che poche ore prima lo avevano spinto a inquadrare la Fiorentina ancora nelle zone migliori della classifica.

MA NIENTE. Della Valle, come i ragazzi della curva, a un certo punto, quasi stentava a riconoscersi in quella Fiorentina. Troppo brutta, troppo diversa dalla Fiorentina che il patron è convinto di poter vedere e seguire d’ora in poi. Già, ma il campionato corre e – lasciando stare l’intermezzo dell’Europa League – domenica mette la squadra di Sousa sulla corsia del Cagliari. La fiducia a termine di quel «fuori le…» dei tifosi, in chiusura del pareggio con l’Atalanta, diventano così il punto di partenza. Forse il più importante, probabilmente quello definitivo, per far tornare la Fiorentina ad essere quella Fiorentina che invece non c’è più.
In altri momenti, l’attesa per una trasferta come quella di Cagliari sarebbe stato già timbrata come l’attesa della tipica sfida da dentro o fuori. Da ’o si vince, oppure…’. Della Valle, però, probabilmente, non la pensa così e vuole ripartire ancora dall’ottimismo distribuito sabato pomeriggio. Ci mette il cuore il patron e vuole che il cuore d’ora in poi ce lo mettano anche Sousa e i giocatori. E magari che lo facciano soprattutto quei «senatori», da Gonzalo a Borja, passando per Badelj e Kalinic che non sembrano avere più la forza di prendersi la Fiorentina sulle spalle. E di farla volare.

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