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Viktoria Plzen, Koubek: “La Fiorentina non è la classica squadra italiana”

Le dichiarazioni dell’allenatore della formazione ceca alla vigilia della partita contro i viola

Dalla sala stampa della Doosan Arena di Plzen, queste le parole dell’allenatore del Viktoria Plzen, Koubek alla vigilia della gara contro la Fiorentina: “La Fiorentina è la favorita, su questo non ci sono dubbi, gioca in Serie A. Giochiamo nel campionato ceco, questo dice tutto, ma non sempre vince la squadra favorita. Dobbiamo offrire una prestazione superiore agli standard. Abbiamo problemi di infortunati, ogni squadra li ha a fine stagione. Il mio motto è: Se siamo in undici, siamo completi”. Tutti sono pronti. Sia il giovane Jan Paluska che Radim Řezník, che è già avanti negli anni”.  

MOSQUERA. “Giocherà Jhon Mosquera? Lo lascio aperto, vedremo domani. Abbiamo sperimentato diversi sistemi, tutto è all’ordine del giorno. Vedremo con quale formazione partiremo.”  

FIORENTINA. Abbiamo visto le loro partite, rispetto per loro. C’è sempre la possibilità di colpire sui calci piazzati: è un’arma e se calciati bene, possiamo anche fare male. La Fiorentina è la squadra più bella che incontreremo quest’anno. Inoltre non possiamo affrontare un avversario facile nei quarti di finale.  Conosciamo tutti i giocatori della Fiorentina, sono tutti eccellenti”.

BARAK. “Antonín Barák è un giocatore molto offensivo e ha una grande mentalità. La sua forza è sicuramente la creatività e la pericolosità in avanti”. 
JUVE-FIORENTINA. “La Fiorentina fa un ottimo possesso palla. In quel momento la Juventus nello scontro diretto era più vicina al classico calcio italiano. La Fiorentina è un po’ fuori dalle righe, vuole giocare molto offensivo.”  
SENSAZIONI. “Ottimo lavoro nel preparare la squadra per una partita del genere. È una grande sfida per me. C’è grande eccitazione, non paura. Sicuramente prestiamo molta attenzione all’organizzazione della partita, ai dettagli. Non credo che siamo una squadra che difende bene, nel campionato ceco segniamo abbastanza gol. L’Europa probabilmente ci ha costretto a essere più forti in difesa. Dobbiamo avere sano rispetto, ma non siamo preoccupati. La paura non appartiene allo sport”.

 

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