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Vietato sbagliare (ancora) il ‘nove’. Priorità mediana, ma guai a toppare il centravanti

Troppo spesso negli ultimi anni la Fiorentina ha sbagliato il centravanti. Massima attenzione alla casella del numero 9

Non è un caso se i primi nomi che iniziano a circolare in ottica Fiorentina sono centrocampisti. Dotati di piedi buoni, possibilmente. Il credo calcistico di Montella lo sappiamo. Ma c’è anche una estrema necessità di rifondazione anche in attacco. Se il centrocampo della Fiorentina che verrà sarà praticamente del tutto nuovo, anche in attacco sarà più o meno lo stesso.

Muriel è stato bocciato dalla coppia Montella-Pradé. Troppo alto l’investimento da compiere per avete il colombiano. E non per doti e potenzialità. Ma la continuità di rendimento non ha convinto. Andrà via Simeone, che piace moltissimo al Sassuolo e che negli ultimi mesi di stagione non ha certo impressionato Montella. Anzi. Vlahovic dovrebbe rimanere come alternativa. A meno che il mercato non porti tre attaccanti più forti e pronti. Allora il giovane serbo andrà a giocare in prestito.

Non sbagliare il numero nove è più un imperativo che una necessità. Perché negli ultimi anni, fatta eccezione per Kalinic, che tuttavia non ha segnato valanghe di gol, la sterilità dell’attacco è stato un problema enorme per la Fiorentina. Simeone, nel complesso, non ha reso come ci si aspettava. Babacar è stato ceduto perché discontinuo, Falcinelli è stato una meteora, Zarate ha avuto spesso momenti di pausa, Rebic era troppo acerbo, fino ad arrivare ai noti problemi fisici della coppia Rossi-Gomez. Da aggiungere alla lista anche i vari El Hamdaoui, Seferovic, Iakovenko, Larrondo e Matri, oltre al Gilardino bis.

Il Toni bis fu una geniale trovata della prima Fiorentina di Montella, mentre averlo lasciato partire fu un clamoroso autogol, Mario Gomez è stato l’emblema di ciò che poteva essere e non è stato, Dimitar Berbatov la beffa. Il numero nove non può essere sbagliato nel gioco del calcio, ed è per questo che servirà centrare una volta per tutte il benedetto attaccante giusto.

Inglese piace molto, ad esempio. Ma c’è grande distanza tra richiesta ed offerta. E non è certo un nome che scalda la tifoseria. Balotelli, invece, divide. Come era ovvio che fosse e come sempre è stato. Ma piace alla Fiorentina, questo è un dato di fatto.  Ci sono poi in ballo nomi come Cutrone, altro che piace ma non può essere certo visto come il bomber da 20 reti. Almeno nell’immediato.

Perché la Fiorentina deve sì azzeccare il colpo, ma stavolta non tanto in prospettiva. Serve un bomber pronto subito che possa permettergli di arrivare subito in Europa a suon di reti. Un po’ come aveva previsto di fare il Milan con Kalinic e André Silva prima e Higuain poi. Ma avendo sbagliato la punta, e avendo speso una valanga di milioni, ha prima fallito due volte l’accesso in Champions e adesso sarà costretta a vendere. Perché le regole del fair play finanziario, che ne dica Commisso, ci sono. E teoricamente vanno rispettate. E se sbagli sperperando soldi come ha fatto il Milan, prima o poi, ne paghi le conseguenze. Per questo Pradé non potrà sbagliare gli investimenti importanti. E il 9 si sa, è sempre la pedina che costa di più e che sposta di più gli equilibri. Un po’ come facevano i Toni e i Gilardino dei tempi di Prandelli, che al loro fianco avevano un Mutu al quale Chiesa è chiamato ad ispirarsi come decisività e incisività in zona gol.

E negli ultimi anni troppo spesso la scelta è stata sbagliata. Cosa, assolutamente, da non fare quest’estate. Ogni scelta andrà ponderata al meglio, senza fretta. Perché alcune caselle dello scacchiere di una squadra sono fondamentali per ottenere i risultati. E i margini di errore, quando ti chiami Fiorentina e non puoi permetterti di buttare nel cestino valanghe di milioni di euro, anche se è cambiata la proprietà, sono sempre molto ridotti.

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