Come nel 2015, la sfida tra viola e nerazzurri vale il primato (anche solo per una notte). Firenze sogna e si aggrappa a Vlahovic e compagni
A settembre 2015 la sfida tra Fiorentina e Inter valeva un posto in testa alla classifica. A distanza di sei anni, l’incrocio tra viola e nerazzurri avrà più o meno il solito sapore. Pare incredibile, perché nel mezzo è successo di tutto, soprattutto nel mondo viola. Ma grazie alla rivoluzione firmata Italiano a Firenze si sta tornando a respirare aria di calcio. Di classifica nobile. In quel 2015 si giocava a San Siro ed era la 6° giornata, ma con quel 4-1 (ricordate? Tripletta di Kalinic e gol di Ilicic, inutile rete di Icardi) la Fiorentina tornò in testa alla Serie A dopo 15 anni. Stavolta si giocherà invece al Franchi, e sarà la 5° giornata di campionato. Siamo ancora all’inizio, il percorso di crescita della Viola di Italiano è appena cominciato. Ma tornare a vivere queste serate qui è senz’altro emozionante.
NON MOLLARE. Anche perché da casa Fiorentina non c’è assolutamente voglia di mollare. Niente alibi, nonostante il forfait di Castrovilli e Pulgar e qualche acciacco, in primis Gonzalez ma non solo, dopo la dura partita di Marassi (Odriozola aveva avuto un problemino prima di Genova, Venuti è recuperato ma non è al top). Nonostante un solo vero giorno per preparare una sfida così difficile. Ma la forza di questa Viola è il gruppo. La convinzione nel calcio proposto da Italiano, la guida per la rivoluzione viola. Da un senso di rassegnazione che spesso c’è stato, di fronte alle big, in questi anni, alla voglia di giocarsela con la propria identità contro tutti. All’Olimpico come a Bergamo, così come contro squadre più chiuse come il Genoa. “E’ bello vivere momenti di questo tipo: sarebbe da stupidi mollare, non avere questa armonia ed abbassare la guardia. Non dobbiamo mollare, non ce lo possiamo permettere”, ha detto Italiano in conferenza. “E’ la partita più difficile del campionato. Se supereremo anche questa prova vuol dire che stiamo iniziando ad essere una squadra importante. Me lo auguro“.
STUPIRE ANCORA. Insomma, parole di chi ci crede. Di chi vede i suoi ragazzi convinti di poter stupire ancora. La Fiorentina non è lassù per caso. Certo, è ancora davvero presto per capire se davvero Biraghi e compagni potranno tornare a competere per quelle posizioni. Ma il processo di consapevolezza passa proprio da serate come quella del Franchi. Giocarsela a testa alta, strappare qualche punto, magari vincere, vorrebbe dire scalare altri step nel percorso per tornare a certi livelli. Vorrebbe dire “essere una squadra importante”, come ha sottolineato Italiano. Ovvio, l’ostacolo è durissimo: l’Inter campione d’Italia ha fatto fin qui vedere che quando l’appuntamento è importante e la concentrazione è alta, raramente concede qualcosa. Contro la Samp, unico mezzo passo falso in campionato, ha lasciato più di qualcosa a livello mentale, ma per il resto ha fatto bottino pieno. E anche contro il Real in Champions i nerazzurri fecero una grande prestazione, pur nella sconfitta nel finale.
DUELLI. Sarà la sfida tra due talenti come Lautaro Martinez e Vlahovic, i più preziosi del calcio italiano, ma anche il confronto generazionale tra Dzeko e lo stesso Dusan. Sulle fasce attesi duelli infuocati, tra due squadre che sfruttano molto le corsie. In mezzo al campo sarà una sorta di derby per Bonaventura, l’uomo più in forma di questo inizio di stagione viola, mentre capitan Biraghi giocherà da ex alla guida di una Fiorentina che ha voglia di stupire. Dovrà fronteggiare forse Dumfries, straripante sabato con il Bologna. Sugli spalti attesi più di 15 mila spettatori, una bella cornice per il primo big match al Franchi dopo la riapertura degli stadi ai tifosi.
SFIDA DA PRIMATO PER ROCCO. E se sulla panchina nerazzurra ci sarà un Simone Inzaghi che non ha mai trovato particolari simpatie nel tifo viola, quella con l’Inter sarà una gara particolare anche per il presidente Commisso. Non solo perché vivrà dal Franchi la prima grande sfida (addirittura da primato, almeno per una notte) della sua gestione, dopo essersi goduto in trasferta la sua squadra tra Bergamo e Genova, ma anche per l’ingiustizia a livello finanziario denunciata proprio domenica alla Rai. Tra debiti incredibili e stipendi pagati in ritardo, al presidente viola non sta andando giù questa disparità che vede proprio l’Inter tra le principali ‘imputate’. Prendersi una vittoria in questo senso, in una sorta di Davide contro Golia, sarebbe ancor più speciale.
Di
Marco Pecorini