Il centrocampista francese si racconta a La Gazzetta dello Sport. Dalla classifica al gruppo viola, fino al nuovo ruolo… e al contratto.
«Guardo spesso le partite in cui è impegnato Kanté per cercare di rubargli qualche segreto». Il mito di Jordan Veretout è uno degli eroi della Francia di Deschamps. «Per me è stato il simbolo della nazionale che ha vinto il Mondiale». Questione di ruolo. Questione di temperamento. Veretout è il Kanté della Fiorentina. Non più mezzala con licenza di attaccare ma play davanti alla difesa. «È un progetto tattico che mi piace. Ma devo ancora imparare tante cose. Per fortuna, ho un maestro severo ma bravo come Pioli. Spero di lavorare ancora tanti anni con lui».
TERZI IN CLASSIFICA. «Ma non facciamo calcoli. Non guardiamo chi ci sta davanti. Il segreto è vivere alla giornata con l’obiettivo di tornare in Europa. Con il nostro stile e il nostro modo di vivere le partite».
MANTRA. «Nella Fiorentina possono segnare tutti. Abbiamo grandi attaccanti, centrocampisti che hanno l’attitudine al gol e difensori come Pezzella e Vitor Hugo che possono andare a segno di testa sui calci piazzati. Chi ci affronta non sa mai da quale parte può arrivare il pericolo. Attacchiamo in dieci e ci difendiamo in dieci. Proprio come la Francia campione».
CALCIO ITALIANO. Cosa le piace del calcio italiano? «Tutto. La cura degli aspetti tattici, il calore della gente, la presenza di tanti grandi giocatori. Ronaldo ha dato ulteriore valore. Vedrete che sulla scia del campione portoghese ogni anno arriveranno nuove stelle».
CONTRATTO. La Fiorentina vorrebbe allungarle il contratto. «Nel calcio si vive alla giornata. Quello che si pensa oggi potrebbe essere diverso tra otto mesi. Però io sto bene a Firenze».
Di
Redazione LaViola.it