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Veretout, il piccolo Nainggolan con il “vizio” della semplicità che sta convincendo tutti

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Arrivato in estate in sordina, sconosciuto ai più, con l’arduo compito di dover sostituire un giocatore apprezzato dal popolo gigliato come Vecino, Jordan Veretout si sta prendendo Firenze e la Fiorentina a suon di prestazioni convincenti. Infatti, dopo aver avuto più di tre mesi di tempo per conoscerlo, i tifosi viola ora gli riconoscono grinta e dinamismo da vendere, uniti a piedi comunque educati per uno che era arrivato a Firenze con l’etichetta del “centrocampista di rottura”.

Mica male i tre gol e l’assist vincente distribuiti in sedici presenze in maglia viola. Veretout, infatti, oltre alle già famose doti da “cagnaccio” del centrocampo e ad un tiro da fuori area non comune, con il passaggio ad un centrocampo a tre ha dimostrato di possedere qualità di inserimento senza palla che, unite alla sua velocità nell’adattarsi al calcio italiano, hanno stupito lo stesso Pioli. “Veretout è una situazione positiva difficile da aspettarsi in tempi così rapidi” ha detto il tecnico gigliato dopo la vittoria casalinga con il Sassuolo, aggiungendo di essere rimasto stupito dalle doti di incursore dimostrate dal francese.

Questo mix tra interdizione e fase propositiva, tipica del centrocampista box to box che tanto piace agli inglesi – anche se, ironia della sorte, l’annata di Jordan in Premier con l’Aston Villa è stata la peggiore della sua carriera – lo rende paragonabile, con le dovute proporzioni, ad un centrocampista tuttofare come Nainggolan. Attenzione: l’ex Nantes e Saint-Etienne ha ancora tanta strada da percorrere per arrivare all’efficienza e al dominio fisico che il belga sbatte prepotentemente in faccia agli avversari ogni domenica.

Tuttavia, è innegabile che le caratteristiche dei due giocatori siano similari ed è lo stesso Veretout a prendere da esempio il ninja, come rivelato in un’intervista di qualche giorno fa alla Gazzetta dello Sport: “Nainggolan è un grande. Ci ho giocato contro, mi ha impressionato. Mi ispiro al belga ma è complicato arrivare ai suoi livelli“. Simili nel modo di interpretare il calcio, ma molto diversi nella cura della propria immagine. Alle stravaganze di capigliature e gli innumerevoli tatuaggi di Nainggolan, infatti, il francese contrappone la semplicità: “Niente tatuaggi, niente orecchini, niente pettinature strane. Io amo la semplicità. Chiaro?”. Un concetto che, inserito nel contesto del calcio moderno, paradossalmente risulta anticonformista rispetto alle usanze dei suoi colleghi.

Semplice ed efficace lo è stato anche nell’ultima prova con il Napoli, nella quale non si è fatto notare per giocate di fino o splendide conclusioni (queste ultime, peraltro, ampiamente nelle corde di Jordan), bensì per la sua onnipresenza sul rettangolo verde. Agevolato da un Badelj che ha girato a meraviglia, Veretout ha corso tanto (11,9 km; terzo tra i viola e quarto complessivo nel match del San Paolo) e quasi mai a vuoto, entusiasmando per la sua affidabilità quando si trovava in possesso della sfera e per un paio di break partendo a ridosso della propria area per arrivare sino alla trequarti avversaria.

La carta d’identità ci suggerisce che il centrocampista francese è un classe 1993: ha ancora tempo per crescere ulteriormente. Se continuerà con questo spirito, i suoi progressi non potranno che essere una naturale conseguenza.

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