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Editoriali

Vedi Napoli e poi… L’ultima speranza prima della rivoluzione

Napoli prima e dopo. Napoli come alfa e omega, come l’inizio e la fine. Napoli, era il 18 Ottobre del 2015 una sorta di era geologica fa, come sinonimo di sogni. Uno degli spot più belli, anche se arrivò una sconfitta, della gestione Sousa. Del primo periodo fatto di tanto entusiasmo, di zero timore, di identità e voglia di stupire. Di un primato effimero, di un’unità tra squadra e città che rasentava l’empatia e era una marcia in più. Di un modulo il 3-4-2-1 che sorprendeva per imprevedibilità.

Oggi Napoli è sinonimo di tutto il contrario. Una sfida sulla carta impari, tra un attacco monstre da più di 100 gol a stagione e una difesa, quella viola, che con le 51 reti subite è la peggiore della storia dei Della Valle. Una sfida decisiva per un traguardo quello dell’Europa League recitato come rosario per pensare, o almeno cercare di pensare al presente. Chiariamo, siamo europeisti, ma anche consapevoli dei nostri limiti e del fatto che ogni qual volta la Fiorentina si è avvicinata al traguardo in questa stagione poi è scivolosamente ritornata indietro.

Oggi Napoli è omega, perché può rappresentare la fine di un percorso. Quello di Sousa aspetta solo la scadenza temporale, in attesa di capire se gli appunti presi a Roma Domenica sera serviranno nella prossima stagione alla guida dei giallorossi.
Quello della squadra, pronta a voltare pagina e a ripartire. Con alcune certezze, ma con altrettanti dubbi.

Il sacrificato principale alla cessione, citazione di Giancarlo Antognoni ieri a margine del premio Facchetti, sembra essere Nikola Kalinic. Chiara potrebbe essere anche la strategia per sostituirlo: Maglia e piena fiducia per 38 partite a Babacar, magari con una riserva all’altezza e funzionale. Giovane, come Falcinelli, o già in parte svezzata, come Nestorovski.

Gran parte dei soldi incassati dalla cessione saranno investiti, ma per altri reparti: Hugo e Milenkovic, operazioni pressoché concluse per una cifra complessiva di 13 milioni di euro, rinforzeranno la difesa insieme a Astori. In attesa magari di un vero rinforzo sulle corsie esterne.

A centrocampo Vecino-Borja e Badelj, oltre a Sanchez e Cristoforo riscattati uno automaticamente con le presenze l’altro per l’obbligo contrattuale, resteranno anche senza essere incedibili. Il croato non è un problema e sarà tenuto, anche complice gli ammortamenti di contratto già realizzati, in assenza di offerte allettanti. Libero poi di andare via a 0.

Infine il nodo più delicato, Bernardeschi: le carte sul tavolo la società le ha messe, l’ingaggio importante anche. Adesso si aspetta un nuovo vertice per sapere la risposta del giocatore. Le nubi, oggi più prevalenti del sole, il no più del sì, riguardano soprattutto la squadra che verrà allestita. La competitività della Fiorentina della prossima stagione.
Lo stesso, insomma, interrogativo che si pongono tutti i tifosi. Al di là dei contestatori criticati e dei contro-contestatori a sua volta criticati. Al di là delle spaccature pro e contro Della Valle, inutili senza un’alternativa alla proprietà marchigiana.

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