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Var, è l’ora del faccia a faccia: nuovo confronto prima della ripresa della Serie A

Un check, necessario per (ri)fissare i paletti Var. Se ne avverte più che mai il bisogno in questi giorni di pausa, quando alcune decisioni controverse hanno fatto tornare prepotentemente gli arbitri sotto i riflettori. Si diceva che con l’introduzione del Video Assistant Referee il loro ruolo sarebbe diventato marginale: sta esattamente accadendo il contrario. Logico che sia nata l’esigenza di mettersi intorno a un tavolo per capire come stia andando la sperimentazione Var in Italia. L’idea è quella di organizzare una riunione prima che riparta il campionato, la sede può essere la sede della Lega Serie A oppure il Centro Tecnico di Coverciano. Un incontro da suddividere in due momenti: al mattino con gli allenatori, al pomeriggio con i giornalisti. E con gli arbitri a spiegare e ad analizzare quanto accaduto finora nel corso della stagione.

Un’esigenza naturale dal momento che, nonostante i numeri incoraggino la sperimentazione, le polemiche rischiano di azzopparla. Perché hai voglia di ribadire che dal Var non si torna più indietro. E mettere le cifre davanti a tutti: 830 conferme dell’operato dell’arbitro su 900 casi silenti; 20 decisioni cambiate in 70 analisi davanti alla moviola. Contano di più – per addetti ai lavori e opinione pubblica – i quattro/cinque errori su cui anche nell’ambiente si è d’accordo. Inevitabili, visto che alla tecnologia si affianca il fattore umano. E allora diventa uno sbaglio sorvolare sul mani di Mertens (Crotone-Napoli, arbitro Mariani) e su quello di Bernardeschi (Cagliari-Juventus, arbitro Calvarese): qui è entrata in scena la discrezionalità dell’arbitro, che ha ritenuto opportuno non rivedere le immagini (e Calvarese non le ha mai utilizzate nelle 8 partite dirette), convinto della propria valutazione di involontarietà del gesto, nonostante il movimento incongruo dei due giocatori in questione.

Un fattore umano di cui si terrà conto a fine stagione. Può apparire dietrologia l’ipotesi di un mal di pancia di alcuni arbitri di fronte al Var (con relativo boicottaggio), è invece certo che su promozioni e bocciature inciderà anche aver seguito o meno le indicazioni del designatore Nicola Rizzoli, tra i più esposti nella rivoluzione Var (insieme con Roberto Rosetti, responsabile del progetto in Italia). Anche perché l’Italia avrà parecchia voce in capitolo, quando ci si confronterà con Fifa e Uefa per capire come è andata. E il dossier Serie A peserà assai per le eventuali modifiche a un protocollo Ifab che potrà essere rivisto e corretto in vista dell’approdo del Var anche in Spagna e in Francia.

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