Quattro sconfitte nelle ultime cinque gare. Contro i viola i granata cercano di ripartire con un nuovo modulo scaccia crisi
Da un Olimpico all’altro il Torino cambia pelle. Nello stadio della capitale è andata in scena la peggiore versione di questo primo scorcio stagionale, domani al Grande Torino serve quella migliore. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Perché per porre fine al periodo negativo (quattro sconfitte nelle ultime cinque giornate) occorre riuscire a fare punti (possibilmente tre…) contro una Fiorentina che, al contrario, sta vivendo un periodo magico con quattro vittorie di fila (più le due in Conference) e i cinque schiaffi rifilati proprio alla Roma pochi giorni fa.
Delusione
Nell’esame fatto dopo il match contro i giallorossi Paolo Vanoli ha parlato innanzitutto della grande delusione generata dalla mancanza di personalità e di carattere dimostrata dalla sua squadra, troppo cauta, passiva e al dunque soprattutto incapace di produrre gioco.
«E proprio dal gioco dobbiamo ripartire perché è dalla padronanza nella manovra che i giocatori possono ricavare quella positività, quella tranquillità che sul piano anzitutto mentale ci hanno permesso di fare quell’ottimo inizio di stagione».
In difesa
Dunque il soccorso portato dall’allenatore granata non è esclusivamente psicologico, coinvolge la scelta degli uomini da mettere in formazione e pure l’assetto tattico. Schierando la difesa a quattro, in mezzo al campo ci sarà inevitabilmente una cerniera formata da tre uomini in grado anzitutto di governare il pallone.
Volendo fare dei nomi, si va verso una mediana formata da Tameze, Ricci e Gineitis (o Linetty), chiamata a schermare una difesa composta da Lazaro e Masina sugli esterni e dal tandem centrale Coco-Maripan (o Walukiewicz se si opta per un elemento fresco dopo il turno infrasettimanale).
I piani
Per l’attacco, dipende dal piano di battaglia scelto da Vanoli. Se il tecnico dovesse orientarsi sul 4-3-3, ecco che Vlasic e Njie (in forte ascesa pure nella considerazione del gruppo) occuperebbero le corsie esterne e poi il centravanti sarebbe Adams con Sanabria in alternativa (nessuno dei due è apparso brillante giovedì).
Se il modulo dovesse essere il 4-3-1-2 (e al momento sembra il più probabile) ecco che Vlasic agirebbe nel ruolo di trequartista, libero di giostrare alle spalle delle due punte. E pure con questa formula Njie potrebbe scendere in campo dal primo minuto poiché il ragazzo svedese a Roma è risultato l’unico attaccante pericoloso.
Senza freni
Riassumendo, il Toro di domani cambia così: 1) difesa a quattro; 2) tre mediani; 3) fiducia a Vlasic trequartista, 4) più minuti a Njie, l’emergente. Poi, per tutti gli uomini impiegati, serve una cospicua dose di furore agonistico. Ma su questo piano può giocare la sua partita il Grande Torino, che ha ancora nella mente quel guizzo irriverente di Njie grazie al quale i granata, stendendo il Como, si sono riportati a una quota di classifica competitiva. Dopo la Viola ci sarà il derby: è questo il momento di spingere senza freni.
Di
Redazione LaViola.it