Se la Fiorentina avesse portato in fondo la vittoria contro il Genoa avrebbe recuperato in un colpo solo due punti sull’Atalanta, tre sul Milan, due sul Napoli, tre sulla Roma, due sul Torino, tre sulla Lazio. Ed invece ne ha persi altri due nei confronti dell’Inter guadagnandone solamente uno su Milan, Lazio e Roma.
Sprecona, troppo, la squadra di Sousa. E non solo per la caratura dell’avversario che nelle sue ultime 8 partite ha fatto 5 punti di cui 4 contro la Fiorentina, ma soprattutto perché in una giornata in cui tutte hanno toppato, sciupare una gara già virtualmente chiusa e senza storia per oltre un’ora ha dell’assurdo.
Con i se ed i ma la storia non si fa. Oppure, più alla toscana, il se e il ma è il patrimonio dei bischeri. Tuttavia, un’occasione così in cui tutte le rivali dei viola sbagliano contro avversari inferiori, chissà quando ricapiterà. Con i tre punti di ieri la Fiorentina sarebbe salita a 36, a meno 4 dal quinto posto con una gara ancora da recuperare, e la stagione avrebbe potuto improvvisamente tornare eccitante. Ed invece resta solamente l’amaro in bocca per come è andata col Genoa e tante defezioni in vista della gara di Pescara di mercoledì.
Siamo questi, ha detto ieri nel post gara Paulo Sousa. E non solo a livello di uomini ed ingenuità. Ma quel vecchio concetto di cattiveria e lavoro sul carattere che il tecnico viola ha enunciato più volte da inizio stagione, evidentemente, non ha ancora sortito i pieni frutti. Cattiveria, fame, ed anche furbizia. Perché se tutti hanno avuto a che ridire sull’atteggiamento di Callejon in occasione della gara di Coppa tra Napoli e Fiorentina, farsi riprendere due volte subendo tre gol in casa da una squadra che nelle precedenti 10 gare ne aveva segnati in tutto 7, è da polli più che da ingenui. Per non usare aggettivi maggiormente dispregiativi.
Tempo per rimediare ce n’è ancora, tuttavia. A cominciare da mercoledì sera. Ma la sensazione di aver sprecato ancora una volta l’ennesima occasione per ridare un senso alla propria stagione rimane, e forte.
Di
Gianluca Bigiotti