L’ULTIMATUM viaggia in direttissima: ora servono fatti e passi formali, giacché al tavolo per adesso sono state fatte solamente chiacchiere e siamo allo stesso punto di tre anni fa. Ovvero all’anno zero. La saetta arriva dal palazzo Unipol di Bologna e dà uno scossone alla giunta guidata dal sindaco Dario Nardella che sulla partita dello sviluppo della città a Nord Ovest (il big match Castello-aeroporto-stadio-Mercafir), dopo settant’anni di progetti andati a carte quarantotto, gioca una bella fetta della sua credibilità politica e del suo futuro in sella al giglio di Firenze. D’altra parte, se è vero che Unipol ha da dialogare con Palazzo Vecchio per le licenze a costruire che sono in scadenza e alcune anche già scadute, è più vero che mai che i terreni di proprietà della corazzata bolognese – i 168 ettari di Castello avuti in eredità da Fondiaria Sai – sono essenziali a mandare in porto i grandi progetti fiorentini come la farina per fare il pane.
E SE I PRIMI avvisi della società bolognese hanno bussato da subito a suon di ricorsi al Tar – arrivati a pioggia contro ogni atto regionale e comunale che cambiasse le carte in tavola, a partire da quello contro il Pit – ora il colosso Unipol potrebbe cominciare a calare gli assi. Cos’è successo di nuovo? A parte il ricorso depositato al tribunale amministrativo della Toscana con cui Unipol chiede l’annullamento della delibera che prevede la revisione del piano urbanistico esecutivo (Pue) di Castello, soffia un’aria nuova nel palazzo bolognese. Gli spifferi parlano di una volontà ferrea di dare legittimazione a diritti acquisiti. La battaglia delle carte bollate al Tar, dunque, potrebbe essere solamente un’oliva dell’aperitivo della guerra: un contenzioso legale che potrebbe far finire nel pantano non solo il trasferimento della Mercafir, ma il progetto che gli si collega più direttamente, ovvero la realizzazione della cittadella viola a Novoli e anche lo sviluppo dello scalo aeroportuale Vespucci che dei terreni Unipol ha bisogno per dare sfogo alle fasce di rispetto, per realizzare un maxi albergo e un ristorante stellato.
PRATICAMENTE Unipol manda a dire con le carte che i conti non si fanno senza di loro. E la Fiorentina lo aveva già capito bene. Cosa c’entra la Fiorentina? Moltissimo. Il progetto tanto atteso, con il nuovo stadio, che verrà presentato alla città il 10 marzo in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio, benché arricchito di suggestive immagini in tre dimensioni, sarà più o meno il vecchio progetto preliminare, quello presentato il 14 luglio 2014, rivisto e corretto. Ma sempre preliminare e non esecutivo: per arrivare a quello, infatti, la famiglia Della Valle aspetta che questi passi formali vengano compiuti. Impossibile secondo Palazzo Vecchio metttere in fila tutti i passi: il progetto dovrà arrivare prima delle soluzioni concrete e della fine degli iter amministrativi che accompagneranno la trasformazione delle aree di Novoli e di Castello.
In pratica secondo quanto previsto dalla delibera di Palazzo Vecchio nei 168 ettari di proprietà Unipol, rispetto alla vecchia convenzione, vengono confermati gli 80 ettari di parco che erano finiti al centro dell’inchiesta della magistratura chiusa nel maggio scorso, ma sono dimezzati i volumi di cemento. In buona sostanza, le licenze edilizie in mano a Unipol da circa 450mila metri quadri di superficie utile lorda passano a poco più di 200mila.
SEMBRAVA che la società bolognese avesse raggiunto un accordo con Palazzo Vecchio. In realtà il passo è stato unilaterale e dopo un’apertura, da parte dei bolognesi è arrivato un nuovo stop: se le chiacchiere si concretizzeranno con l’acquisto delle aree per sviluppare l’aeroporto e per trasferire la nuova Mercafir, Unipol potrebbe uscire di scena con le casse rimpinguate. Se così non fosse più che il rischio c’è lo spettro concreto di un contenzioso in arrivo per aver ritardato l’attività di Unipol. E l’immagine sfuocata di un futuro di Firenze che la città non ha intenzione di perdere nelle melme di iter amministrativi farraginosi e accordi saltati di un’Italia che non sa crescere, proprio ora che anche a Roma sembrano determinati a fare il nuovo stadio.
Di
Redazione LaViola.it