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Rassegna Stampa

Un’esultanza che sa di liberazione: la rete di Cataldi in una giornata difficile per i viola

Cataldi - Fiorentina

Otto vittorie di fila e la vicinanza della squadra viola a Bove, in una partita che non girava al massimo per la squadra di Palladino

Per capire quanto pesasse la partita di ieri basta ripensare alla scena finale, scrive il Corriere Fiorentino. I giocatori che prima esultano come se avessero vinto una finale e poi si mettono li, sotto la curva. Una specie di abbraccio reciproco, alla fine di una settimana lunga una vita che ha reso tutto tremendamente più difficile.

E ancora i cori, sugli spalti e sul campo, per Edoardo. Una vittoria per Bove, e per riscrivere la storia. Sono otto di fila, come nel 1959-60, e questa vale pure il nuovo aggancio all’Inter al terzo posto. Certo, la prestazione è stata tutt’altro che esaltante e resta da capire se sia figlia di questi giorni strani e difficili o se sia il segno di una frenata. Ma per il momento va bene così. Anche perché è arrivata nel giorno della prima esclusione di Kean in campionato. Di certo è stata una scelta coraggiosa. Al suo posto comunque spazio a Kouame, con Ikonè a destra invece dell’altro escluso eccellente Colpani. Per il resto, la stessa Fiorentina di sempre. Costretta però a cambiare piano partita rispetto a quello preferito.

Il Cagliari infatti si è presentato con una formazione zeppa di difensori (sei) e che era una specie di manifestazione d’intenti: primo non prenderle. Atteggiamento comprensibile, ma che ha retto poco. Quasi nulla. Merito di Cataldi (terzo gol dopo la doppietta di Lecce) e di una soluzione sempre più rara nel calcio di oggi: il tiro da fuori.

Bellissimo, il suo destro dal limite, così come la sua dedica per Edoardo. Il «fratellino» che tanto l’ha fatto spaventare e dal quale, da domenica, è stato ogni, singolo giorno. Tanto bella la rete, quanto pesante. Perché ha sbloccato una gara altrimenti complicata e perché, fino a quel momento e per il resto del primo tempo, non si era visto quasi niente. Tanto possesso, certo, ma occasioni zero. Si torna sempre lì. Alle qualità dei giocatori e a quanto sia dura la vita senza un centravanti degno di questo nome.

Non che l’ingresso di Kean abbia inciso granché su una squadra che ieri proprio non girava. Anzi. Maluccio lui, e maluccio tutta la Fiorentina. Lenta, quando aveva il pallone tra i piedi, e spesso (nella ripresa) schiacciata nella propria metà campo. Una scelta già fatta spesso ma, stavolta, senza riuscire in quelle ripartenze che erano (sono) diventate una specie di marchio di fabbrica. La cosa più interessante insomma, nella ripresa, sono state le scelte del mister. Prima quando ha allargato Beltran a sinistra per lasciare la trequarti a Gudmundsson e poi quando, sostituito l’argentino con Parisi, ha alzato Gosens.

Di certo, uomini e soluzioni tattiche a parte, già da domenica a Bologna, e per restare lassù, servirà molto ma molto di più. Intanto però è giusto prendersi i tre punti, dedicarli a Edoardo, e mettersi alle spalle questa settimana. Con un’esultanza sotto la curva che sa di liberazione e di speranza, per il compagno in ospedale e per il cammino in campionato.

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