Calendario in salita, dopo il Napoli la Fiorentina rimedia un’altra sconfitta a Genova. Tanti giovani in campo, ma tanto lavoro da fare. Ora il finale di mercato: l’attaccante e non solo.
Spal-Fiorentina, 17 febbraio 2019. E’ la data dell’ultima vittoria della Fiorentina in Serie A. Sedici partite di fila senza successi in campionato, pur a cavallo di due stagioni: non accadeva dal 1971. Nell’entusiasmo per il cambio di proprietà e delle ritrovate prospettive a tutti i livelli (dal lato sportivo al rapporto con la gente), i risultati non aiutano ad alimentare l’euforia per il ciclone italo-americano. L’ottimismo resta, per un cambiamento profondo che ha bisogno senz’altro di tempo, ma le due sconfitte di fila lasciano la Fiorentina a quota 0 punti in classifica con un calendario che resta in salita. Dopo la sosta la Juve al Franchi e l’Atalanta in trasferta (a Parma).
TANTO DA LAVORARE. La Fiorentina si è presentata contro il Genoa con due classe ’99 (Ranieri, all’esordio in Serie A, e Sottil) e ben cinque ’97 (Chiesa, Castrovilli, Milenkovic, Lirola e Dragowski): una squadra giovane che è partita con buona intraprendenza, ma che poi ha accusato l’aggressività del Genoa dopo il gol sbagliato da Chiesa davanti a Radu. Tanta (troppa) sofferenza sulle palle inattive e nelle marcature dentro l’area, così come negli inserimenti negli spazi degli avversari (sia centralmente che sulle fasce); gioco che mano a mano si è fatto più ingolfato senza riuscire a fornire palloni buoni per gli attaccanti. Sottil mai pericoloso, Chiesa solo in occasioni isolate (nel finale anche sfortunato), Boateng ha avuto un’opportunità solo in avvio. Vlahovic ha dato più presenza dentro l’area, ma senza trovare il colpo giusto. Ribery è indietro fisicamente: un buono spunto e poco più, avrà ben più minutaggio dopo la sosta. In mezzo non bene Badelj, così e così Pulgar che ancora una volta è glaciale dagli undici metri (ma sulla convivenza tra il croato e il cileno nel centrocampo a tre c’è molto da lavorare). Meglio invece Castrovilli, che ha confermato le buone impressioni destate contro il Napoli.
IDENTITA’. In generale, però, una squadra che deve ancora trovare una sua identità e fisionomia. “E’ normale, ci sono 16 giocatori nuovi e tanti giovani. E ora finalmente finirà il mercato”, ha detto Montella a caldo. Le attenuanti ci sono, ma dalla ripresa servirà una Fiorentina più continua nell’arco della partita e più attenta in diverse situazioni, sia in attacco che in difesa. E soprattutto, servirà tornare a fare punti. Pur con le partite difficili che ci sono all’orizzonte. Una sosta che servirà anche a trovare un giusto assetto tattico: Montella è partito dal 4-3-3, poi è passato al 3-4-3 in corsa. Sta pensando al 4-2-3-1 (ma ha ribadito che con la condizione attuale la Fiorentina non può permettersi quattro giocatori offensivi insieme dall’inizio), c’è la possibilità del 3-5-2. Tante opzioni visto che ci sono tanti giocatori duttili.
MERCATO. Mentre Montella potrà presto allenare anche un nuovo attaccante. È infatti in arrivo Pedro, classe ’97 dal Fluminense. Definito come gioiello del calcio brasiliano, stava per entrare in Nazionale e andare al Real Madrid prima dell’infortunio al crociato di un anno fa. Poi è tornato, ha giocato e segnato. Ora c’è la Fiorentina pronta a scommetterci: giocatore fisico e tecnico, vedremo se riuscirà ad incidere fin da subito nella Viola in costruzione. Pedro arriverà in mattinata a Roma, poi sarà a Firenze. Ma potrebbe non finire qui il mercato viola: Pradè cerca sempre un esterno, dopo i tentativi per Raphinha (andato al Rennes, che aveva liquidità per la partenza di Sarr per 30 milioni al Watford), Politano e soprattutto De Paul. Per l’argentino la situazione non si è sbloccata, vedremo se la Fiorentina farà un’ultima offerta nelle ultime ore (anche se sarà molto difficile strapparlo all’Udinese): un giocatore che piace molto a tutti, che può fare più ruoli con qualità. Esterno ma anche mezzala. Proprio a centrocampo servirebbe forse qualcosa alla rosa di Montella, visto che poi Benassi è rimasto in panchina anche a Marassi. Attenzione alle novità last minute. Mentre l’ultimo nome per l’esterno è quello di Oudin del Reims, classe ’96 reduce da una bella annata con 10 gol e 4 assist. Infine un colpo ‘green’, visto che è in arrivo Bobby Duncan, stellina del Liverpool: attaccante classe 2001, 18 gol e 6 assist in 20 gare dello scorso campionato Under 18. Anche Klopp spese belle parole su di lui qualche tempo fa, prima di alcune frizioni tra Duncan (che tra l’altro è cugino di Gerrard) e il club.
CESSIONI. Capitolo cessioni: in difesa c’è da capire se Ceccherini partirà verso Brescia (se si darà seguito all’idea difesa a tre, potrebbe anche restare), mentre rischiano di restare a bilancio quattro contratti importanti. Ovvero Thereau (fallita fin qui ogni idea di rescissione), Dabo, Eysseric e Cristoforo. L’uruguaiano era in panchina a Marassi ed è comunque inserito nel progetto di Montella (numericamente, è il 6° centrocampista), mentre i francesi sono ormai ‘separati in casa’. La linea di fondo è di reinserirli in caso di mancata partenza, ma la realtà è che Pradè proverà fino alla fine a trovare sistemazione agli esuberi, anche per risparmiare circa 5 milioni lordi di ingaggi. Mica pochi. Ultime ore anche per trovare squadra a Gori, ex bomber della Primavera che aspira ad un posto in B, mentre è finita l’avventura di Schetino con la rescissione di contratto.
Di
Marco Pecorini