Una dedica al compagno in ospedale, una serie di successi che non accadeva dal 59/60, quello che sta facendo la squadra gigliata
Non è retorica, è vita. Questa vittoria è per Edoardo Bove, sintetizza La Gazzetta dello Sport. Il nome del centrocampista romano, chiuso davanti alla tv nella sua stanza al Careggi, è urlato dalla curva viola al termine di una partita molto sofferta, sicuramente non la migliore di queste 14 giocate in un campionato in cui la Fiorentina, contro un buon Cagliari, firma l’ottavo successo di fila grazie a un gran gol di Danilo Cataldi, l’amico del cuore del numero 4 sofferente dal 1° dicembre quando la vita gli è cambiata in peggio.
Cataldi mostra il 4 e urla «te l’avevo detto». Lo vedono le telecamere, forse non il papà di Edoardo che è seduto in tribuna accanto al dg della Fiorentina Andrea Ferrari. Aver avuto la forza di ripresentarsi allo stadio dopo una settimana dall’accaduto è prova di grande coraggio.
La Viola è lassù. Otto successi consecutivi li aveva ottenuti solo nel torneo 1959-60 con Luis Carniglia alla guida. Dopo la caduta del Napoli, è a tre punti dalla vetta con una partita in meno: teoricamente, se vincesse nel recupero con l’Inter, potrebbe stare davanti.
Al timone c’è Raffaele Palladino che, innanzitutto, ha costruito una difesa solidissima che ha subito soltanto 10 gol. Merito della nuova coppia di centrali formata da Comuzzo e Rambo Ranieri, due prodotti viola che hanno scalzato quelli col curriculum più ricco. E che, con il leader De Gea in porta, non fanno passare niente e nessuno. Rivolgersi a Piccoli e Viola che hanno sempre trovato la strada sbarrata.
Se il Cagliari, che nella ripresa è stato frizzante, non ha pareggiato è per merito di un reparto strutturato, quello che protegge le vittorie sporche, dure.
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Redazione LaViola.it