Editoriali
Una partita dai due volti. Dalla magia di Babacar a una difesa in difficoltà
È dura dare un giudizio complessivo alla gara di ieri sera. Una partita dai due volti quella dei viola, caratterizzata da alti e bassi.
E allora partiamo dal primo degli aspetti positivi. Sousa e i suoi ragazzi portano a casa un punto dalla sfida di stasera. Parliamoci chiaro, l’Udinese è una formazione modesta, è vero. Ma se la storia recente (e non troppo) ci ha insegnato qualcosa è che i bianconeri quando vedono viola in casa si esaltano. E il bollettino è molto chiaro: la Fiorentina non vince a Udine dal lontano 2009/10 e in campionato ha registrato da allora cinque sconfitte e un pareggio (due con quello di ieri sera).
Il secondo è sicuramente la prova di Babacar. Dopo un’estate passata con la valigia in mano, le speranze riposte di vedere l’attaccante senegalese decisivo già così presto erano pochissime. Lui però ha reagito alla situazione al meglio, cambiando atteggiamento e intensificando il lavoro in allenamento. Nelle ultime settimane Sousa non ha smesso di ricordacelo e qualcosa si era intravisto nella buona prestazione di Salonicco. Quella di stasera però è stata una prova da manuale: l’attaccante corre, sgomita, rientra a centrocampo, segna un goal che è un autentico gioiello e si procura anche il rigore che riporta in equilibrio la partita. Un Babacar così può fare molto comodo alla Fiorentina, sia come alternativa che insieme a Kalinic. L’attaccante però ci ha abituato a prestazioni altalentanti, quindi vietato esaltarsi troppo presto.
Altra nota lieta è sicuramente un Tatarusanu finalmente decisivo e sicuro tra i pali. Il portiere rumeno sembra rispondere al meglio alle numerose critiche ricevute fin dall’inizio del campionato. Non può niente sui goal di Zapata e Badu, ma compie una grande parata su tiro ravvicinato di Badu e nella ripresa si mostra più volte sicuro negli interventi
Infine, ultimo aspetto positivo è stata sicuramente la reazione che la squadra ha avuto allo svantaggio. “Ho visto un ottimo segnale di spirito di questa squadra”, ha detto Sousa nel dopo-partita. I viola sono andati sotto due volte, di cui la seconda allo scadere del primo tempo, ma hanno mostrato il carattere necessario per recuperare.
Proprio da qui si deve partire per analizzare cosa invece non è andato nella sfida della Dacia Arena. I viola hanno dimostrato un evidente calo di intensità rispetto alla partita di domenica contro la Roma, affilando i denti solo una volta passati in svantaggio. A lunghi tratti la squadra si è trovata totalmente soppressa sotto gli attacchi avversari e in balìa del gioco degli uomini di Iachini.
Il problema principale è sicuramente la difesa. L’assenza per infortunio di Astori non può essere l’unico alibi per un reparto apparso in confusione ogni volta che l’Udinese decideva di alzare i ritmi. Se il primo goal nasce da un errore singolo di Tomovic, sul secondo la responsabilità cade sull’intero reparto che non scala.
Ma le difficoltà non si sono viste solo nel reparto arretrato. Anche la fase offensiva è apparsa spesso impacciata e poco fluida. Tello è sicuramente uno dei pallini di Sousa e la sua costante presenza dal 1’ ce lo dimostra. Però le sue prestazioni, eccezion fatta per l’assist sulla primo goal, continuano ad essere caratterizzate più da ombre che luci. Bernardeschi torna dal primo minuto e questa volta parte centralmente come lui preferisce ma, nonostante il rigore trasformato, non coglie a pieno l’occasione che gli ha dato Sousa. È banale ripeterlo, ma da lui ci si aspetta di più.
È difficile decifrare ancora dove possa arrivare questa Fiorentina. Intanto però domenica arriva il Milan dell’aeroplanino Montella. E l’obiettivo sono i 3 punti.