Nella settimana che porterà all’annuncio di Stefano Pioli come nuovo allenatore della Fiorentina, in un periodo dedicato alle vacanze o agli ultimi vagiti di calcio giocato rappresentato dalle Nazionali, Pantaleo Corvino e il comparto dirigenziale iniziano a scaldare i motori per quella che sarà senza dubbio un’estate di profondi cambiamenti.
Detto più volte di una rosa a fine di un ciclo, cerchiamo di capire dove si concentrerà l’attenzione e il lavoro del dg di Vernole. In porta la fiducia a Sportiello e il maggior minutaggio a Dragowski sembrano un punto di partenza incoraggiante. In difesa, chiuso sulla base di 13 milioni complessivi per il duo molto promettente ma senza grossi riscontri tecnici Milenkovic- Vitor Hugo, il grosso andrà fatto sulle fasce.
A destra riportare Venuti è sinonimo di scelta giusta, ma serve almeno un altro titolare, così come a sinistra dove l’accoppiata Maxi- Milic non potrà essere ripetibile. I nomi sono quelli di Bruno Gaspar del Vitoria Guimaraes: Classe 1993, 2,5 milioni di investimento e ancora una volta l’alone di scommessa. A sinistra il ventaglio di nomi, per adesso, appare freddo: sussurri su Barreca, spifferi su Laxalt o Murru, ma poco altro.
A centrocampo un innesto andrà sicuramente fatto, al netto delle conferme di Vecino–Borja–Sanchez, del riscatto obbligatorio di Cristoforo e di un minutaggio maggiore per Hagi. Taider-Donsah sono nomi di cuore e di un passato, quello bolognese, non molto promettente o felice per Corvino. Benassi sarebbe un’operazione molto interessante. Calciatore giovane, ma con già anni di esperienza in Serie A. In rotta di collisione con il Torino e italiano, che non guasta mai. Certo, un ottimo europeo con l’Under potrebbe far salire le quotazioni, ma saper cogliere le dinamiche di mercato può rappresentare una risorsa.
Infine l’attacco. Con Kalinic ai saluti bisognerà fare, finalmente, un discorso definitivo su Babacar. Maglia da titolare e un’alternativa valida per sostituirlo o affiancarlo. Il nome di Simeone scalda, vuoi per la garra argentina che a Firenze è sempre apprezzato, vuoi per le doti tecniche intraviste con il Genoa nel corso di questa stagione, seppur complessa.
Detto delle conferme di Chiesa e Saponara, dell’addio di Ilicic, di un punto interrogativo chiamato Tello(su cui ripetiamo il mancato riscatto non comporta un addio definitivo alla Fiorentina), anche la batteria degli esterni-trequartisti deve essere potenziata. Eysseric ci può stare, meno scommessa e azzardo ma ugualmente non così convincente a pieno.
E poi c’è Bernardeschi, il vero nocciolo della questione. Tenerlo facendo leva sul discorso mondiale e su un’offerta importante o cedere per reinvestire e potenziare la squadra, come l’autofinanziamento prevede? L’estate è all’inizio ma sarà ugualmente caldissima.

Di
Duccio Mazzoni