Editoriali

Un ‘vorrei ma non posso’ malinconico. Se le coppe sono il salva-stagione è il momento di dimostrarlo

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Contro le big gioca discretamente ma perde, contro le altre gioca meno bene e perde ugualmente. Il 2023 della Fiorentina in campionato è un incubo. Ora la coppa per rialzare la testa

Qualche ora dopo l’impressione che rimane negli occhi è sempre quella di un pericoloso e malinconico ‘vorrei ma non posso‘. Ed è qui che si racchiude il campionato della Fiorentina. Anche perché ormai la stagione ha segnato il suo giro di boa e, pur essendo comunque anomala, ha già fatto intendere vizi e virtù della squadra di Italiano, entrata in un tunnel dal quale è difficile uscire. Le ultime cinque partite di campionato raccontano di un solo punto conquistato e di quattro sconfitte. La vittoria manca da oltre un mese (7 gennaio contro il Sassuolo). Numeri di un 2023 che collocano la Fiorentina al quart’ultimo posto dell’ipotetica classifica.

Allo Stadium va in scena la versione discreta della Fiorentina contro le big, che però puntualmente esce dal campo senza punti. Coraggio, pressione alta, qualche idea per sviluppare la trama offensiva ed i consueti problemi: paurosa sterilità offensiva ed amnesie clamorose nel palleggio che favoriscono le ripartenze avversarie. La partita è qui, anche perché la Fiorentina attuale è poca cosa, ma pure la Juventus dimostra di avere diversi problemi, pur con un enorme potenziale offensivo in campo. Il gol di Rabiot non cambia volto alla partita. La Juve rischia di chiuderla con Vlahovic e poi rischia di pareggiarla a causa del bel gol di Castrovilli. In entrambi i casi si parla di millimetri di fuorigioco. Nel finale un po’ di fuoco agonistico, ma non si può pensare di averlo dieci minuti per uscire con dei punti da Torino.

Resta il fatto che, a livello di prestazione, si è visto qualcosa in più rispetto al Torino ed al Bologna. Viene da chiedersi come mai la Fiorentina non riesca a mettere in campo prove di questo livello (niente di eccezionale, ma qualcosa si è visto) contro avversari più modesti della Juventus. Probabilmente basterebbero per vincere qualche partita in più. A questo punto, come dicevamo, la strada è ormai tracciata. Le lacune della squadra sono note e, al di là delle parole di Italiano nel dopo partita, risulta difficile credere che si possa assistere ad un’inversione di tendenza repentina.

Ad oggi, 13 febbraio, non si sa chi sia il centravanti titolare della Fiorentina. Ieri è toccato a Kouame, a Braga magari tornerà uno fra Jovic e Cabral. Quando sembrava che il serbo fosse in rampa di lancio è sparito dai radar. Stesso discorso per Cabral: gol bellissimo al Monza, poi il buio (anche a causa dell’infortunio). Difficile pensare che si possa stabilire una gerarchia chiara. A questo punto conviene raccogliere le parole di Pradè: andiamo avanti provando a rimboccarsi le maniche, a partire da giovedì. Se davvero le coppe sono il salvagente della stagione è il momento di dimostrarlo.

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