C’era una volta Firenze e la Fiorentina. C’era, e non c’erano. Perché pensare alla città ed alla squadra come due entità a se stanti è sempre stato cosa ardua laddove tutti crescono e sono cresciuti a pane e colore viola. Mai come in questa estate si sta verificando un lento e progressivo smantellamento di questa unità. L’unica vera e propria molla, per altro, in grado di permettere ad una realtà medio-grande come la Fiorentina di poter competere ad altissimi livelli. La divisione, invece, ad altro non ha portato se non a fallimenti sportivi ed identitari. Firenze e la Fiorentina, in un tutt’uno che possa permettere di respirare attorno alla maglia viola passione e voglia di emergere. Tutti uniti, empatici, in sintonia. Belle parole, lanciate e ripetute con insistenza dalla gestione Pradé, o da Vincenzo Guerini che non perdeva occasione di ricordare come un sacco di calciatori volessero venire a Firenze per entrare a far parte di un giocattolo che era stato costruito con grande maestria da un gruppo di lavoro che sembrava aver portato la Fiorentina a fare davvero quel salto di qualità che le avrebbe permesso di stare costantemente ai vertici del calcio. Poi tutto è finito in malora.
Già perché comunque vada a finire l’estate del mercato che è appena iniziata, tra cessioni illustri e rifondazioni varie, la divisione in fazioni che già aveva contraddistinto la fine della passata stagione va pian piano alimentandosi. Come ai tempi dei rosiconi, degli anti-dv, dei leccavalle, etc. Un percorso lento ma costante di suddivisione interna. Che la proprietà della Fiorentina sta solo alimentando attraverso uscite mediatiche quantomeno discutibili. Che senso ha, infatti, continuare a gettare benzina sul fuoco? Che senso ha voler alimentare queste polemiche? Possibile che una proprietà che ha industrie ed aziende di eccellenza nel mondo non riesca ad ignorare presunte minoranze avverse senza dover poi alimentare ulteriormente malumori e ostilità? Eppure, con l’ultimo comunicato non si è fatto altro che dare continuità alle parole post Sassuolo-Fiorentina da cui è partita la cosiddetta conta da parte di Andrea Della Valle, per continuare attraverso il passo indietro di Adv ed il mi chiedo dove stia il divertimento di Diego Della Valle.
Un lento e costante errato percorso comunicativo da parte della proprietà che va a piombare come mannaia su un ambiente già lacerato e che continua a dividersi ulteriormente. Una strategia comunicativa che non porterà a nulla di buono. Tanto più se ad alimentare questa tensione è chi rischia così facendo di tirarsi la zappa sui piedi. In maniera incauta, senza preoccuparsi di eventuali conseguenze. Mettendo infatti in difficoltà chi dovrà operare sul mercato, chi tra qualche giorno sarà chiamato a guidare il gruppo, e legittimando chi nutre dei dubbi sulla eventuale o meno permanenza a Firenze.
L’unica cosa veramente da fare era iniziare a progettare come riavvicinare la città ed il tifo alla squadra. Missione ancora possibile? Con i chiari di luna che illuminano le notti fiorentine di questi giorni è arduo immaginarselo. Una cosa appare certa: il testa a testa che la proprietà sta mettendo in essere con Firenze è a dir poco insensato. Anche perchè così facendo, ed è ciò che sta accadendo, il rischio è solo quello di far aumentare quella parte avversa ad una gestione comunque tra le migliori della storia della Fiorentina.
Di
Gianluca Bigiotti