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Un sussulto in Salento porta alla salvezza. Programmare bene il futuro per evitare gli errori commessi in questa stagione

Ribery

Salvezza ormai centrata per la squadra di Iachini, vittoriosa a Lecce senza troppi problemi. Ribery guida in campo e fuori, sussulto di Chiesa in zona gol. Ora è tempo di programmare (bene) il futuro

La temuta trasferta salentina è durata poco. Una quarantina di minuti sono bastati per mettere in ghiaccio partita e salvezza. Meglio di così, obiettivamente, era difficile aspettarsi dalla balbettante Fiorentina di questo mini torneo estivo. Ma tant’è. E ce lo prendiamo volentieri.

Iachini di inventa una squadra di gamba, perde Dragowski e Dalbert a ridosso del match e si affida al sicuro Terracciano ed a Lirola dirottato sull’out mancino. Mosse indovinate, come quella di rilanciare Ghezzal nel ruolo di mezzala. Poi solo certezze, con l’indispensabile Duncan a completare la mediana con Pulgar. Per una volta ha funzionato anche l’attacco. Bravo Chiesa (adesso capocannoniere in solitaria della squadra) a chiudere l’azione del vantaggio, ancora più bravo Cutrone, autore del terzo gol e dell’assist per il primo. In mezzo la perla su punizione di Ghezzal. Merito a lui, fino ad un certo punto sembrava un corpo estraneo alla Fiorentina. Il dopo Covid lo ha reso un giocatore utile e, talvolta, anche prezioso. Sontuoso Ribery: sopraffino in campo, leader vero fuori. Ascoltare la sua intervista a fine partita serve a riscrivere il concetto di personalità.

Il Lecce si è sciolto dopo due buone prestazioni. La mazzata l’ha data Rispoli (sostituto del titolare Calderoni), con il retropassaggio sanguinoso che ha dato il via libera al primo gol della Fiorentina. Squadra di Liverani ben poca cosa, se si eccettua qualche folata offensiva dopo il rigore sbagliato da Pulgar e la traversa colpita da Farias per gentile concessione di Caceres.

Il resto, con un solco profondo dieci punti, racconta di una salvezza ormai raggiunta con un congruo anticipo. Manca solo l’aritmetica, ma oramai il grosso del lavoro è stato fatto. Nessuno dimentica che non era certo l’obiettivo stagionale, ma essersi tolti dagli imbarazzi in anticipo regala alla società due settimane in più per programmare il futuro.

Già, perché adesso è quello che conta. Potare i rami secchi, affidare questa squadra ad un allenatore che possa aprire un ciclo importante, anche a livello europeo. L’obiettivo di Commisso è questo: in mezzo un mercato che sarà quantomeno interessante, con un colpo per reparto atteso dai tifosi. Arriverà anche qualcos’altro per migliorare le alternative in alcune zone del campo, ma il primo nodo da sciogliere è quello relativo a Federico Chiesa. C’è davvero qualcuno disposto a mettere sul tavolo i soldi che chiede la Fiorentina? Probabilmente no. Commisso, alla fine, dovrà ridimensionare le proprie pretese. Ma l’impressione, oggi, è che una cessione di Chiesa stia bene un po’ a tutti.  Al giocatore, certo, ma anche alla Fiorentina, che vuole reinvestire il ricavato su un forte centravanti. I soldi ce li hanno in Premier League, in Italia si parla solo di scambi. Situazione sicuramente complessa e da monitorare, c’è da far combaciare gli interessi di tante parti in causa.

Sbagliare stagioni, adesso, non si può più. Per questo capire il futuro di Chiesa il prima possibile è fondamentale. Commisso ha di fatto perso una stagione alla guida della Fiorentina. Non ha totalmente perso tempo, perché ha fatto fare esperienza ai suoi suoi uomini nel calcio italiano (in primis Joe Barone), ma nel prossimo campionato vuole cominciare a raccogliere quanto seminato. Firenze ed il popolo viola non aspettano altro.

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