Editoriali
Un punto importante ma la gara ha detto altro. Simeone, è l’attaccante giusto oppure Pioli deve cambiare gioco? In casa viola si pensa al futuro ma i dubbi sono tanti
Var o non Var, giusto o non giusto, la Fiorentina all’ultimo tuffo ha conquistato un punto importante, per la propria classifica, contro una grande squadra come la Lazio e su un campo difficile come quello dell’Olimpico.
Su queste basi tutto bene, tutti contenti. Un punto che ne vale tre, grazie anche alla voglia e alla forza di volontà di crederci fino alla fine. Analizzando la partita, però, i problemi della Fiorentina non possono essere nascosti. Una squadra avara di qualità, di forza fisica, di imprevedibilità, spregiudicatezza. Stefano Pioli e le sue idee di gioco c’entrano e non c’entrano. Uno conto, anche per lui, è lavorare su una squadra competitiva, un conto su una squadra formata da giocatori ‘normali’ che stanno cercando d’imparare a essere squadra, prima di giocare a calcio.
Un punto importante sì, ma contro una Lazio che era battibile. Ha giocato sotto ritmo e la Fiorentina ne doveva approfittare. Invece, dopo i primi quindici minuti giocati a buon ritmo e con il giusto approccio, ha lasciato il campo ai padroni di casa. Una Fiorentina che ha fatto fatica a ripartire, Chiesa ci provava ma Thereau rallentava tutto. Una Fiorentina che resta ‘carente’ in attacco. Dopo 14 giornate c’è un problema centravanti, inutile negarlo. L’impegno di Simeone, la dedizione al sacrificio dell’argentino non può essere messa in discussione ma per un attaccante pagato poco più di 15 milioni la resa realizzativa deve essere migliore, maggiore. È arrivato il momento di capire se questa squadra può giocare con un centravanti dalle caratteristiche di Simeone. Giocatore che non tiene palla, che non fa salire la squadra. Ma che spazia per tutto il fronte d’attacco, che fino a oggi si è più contraddistinto a uomo assist, a seconda punta, che ad attaccante principale. Un quesito che Pioli, Corvino e la società dovranno risolvere in fretta perché c’è da giocare ancora più di metà campionato e senza un attaccante che possa garantire gol e un gioco migliore per la squadra le difficoltà aumenteranno sempre di più
Una Fiorentina che vive sulle invenzioni dei singoli, che difficilmente può avere prospettive. Non a caso nella settimana appena passata Corvino, e lo stesso Pioli, hanno sottolineato che il prossimo anno la squadra sarà più competitiva, sarà una squadra diversa. A queste considerazioni nascono due domande: queste dichiarazioni come saranno state prese dallo spogliatoio viola? Per formare questa rosa Corvino ha speso 70 milioni circa (a giugno andranno sommati i circa 16 per i riscatti di Saponara e Sportiello), quanto costerà rendere competitiva l’attuale rosa e con quali soldi, visto il completo autofinanziamento della società e di giocatori ‘importanti’ da mettere sul mercato c’è rimasto solo Chiesa?
Risposte che dovranno arrivare dai Della Valle, dal presidente Cognigni, dal direttore generale Corvino.