In campionato la Fiorentina deve accelerare negli scontri diretti se vuole rimanere agganciata al treno giusto. Giovedì torna la Conference: obiettivo finale di Atene
Due passi avanti, uno indietro. La stagione della Fiorentina in questo momento è così. Il continuo cinismo di fine anno, con la piacevole parentesi del corto muso, è solo un ricordo. A Torino la Fiorentina è stata lontana parente di quella vista contro la Lazio. Fisicità diversa, gli uomini di Juric da quel punto di vista hanno poco da invidiare alle big. La derelitta Lazio del Franchi ha esaltato il modulo tutta qualità scelto da Vincenzo Italiano, che ha pagato meno nella notte dell’Olimpico Grande Torino. Questione appunto di pressioni, di ritmi, di furore agonistico. La Fiorentina non ha rischiato moltissimo, ma ha creato meno. Un paio di colpi di Gonzalez e la zuccata di Bonaventura. Certo, in epoca corto muso forse quel pallone sarebbe pure entrato.
Adesso però no. La Fiorentina per vincere deve essere superiore. Ma per farlo ha bisogno dei suoi leader in forma. Bonaventura sta provando a rialzarsi dopo un inizio anno terrificante. Un po’ per questioni fisiche, un po’ (e forse soprattutto) per gli attriti con la società negli ultimi giorni di mercato e in sede di rinnovo. La voglia e l’atteggiamento sono tornati quelli giusti, elogiato da Joe Barone nel pre partita, Jack non voleva lasciare il campo al momento della sostituzione. Se n’è andato stizzito, se ne sono accorti tutti. Se da una parte è testimonianza di un momento non sereno, dall’altra a Italiano avrà senz’altro fatto piacere una reazione così. Vuol dire che il fuoco dentro Bonaventura (gol a parte alla Lazio) si sta riaccendendo.
A Torino si è vista la versione malinconica di Belotti, quella a metà servizio di Arthur e pure un Gonzalez a corrente alternata. Così come Sottil, per la verità quasi mai in ritmo per far male alla difesa granata. A conti fatti difficile vincere la partita, anche se il punto allunga la striscia positiva e tutto sommato potrebbe rivelarsi pure utile. Per tenere il ritmo di quelle davanti serve però vincere, magari la prossima contro la Roma. E’ vero che i giallorossi sono probabilmente la squadra più in forma del campionato e la cura De Rossi è parsa miracolosa, ma paradossalmente la Fiorentina è più a proprio agio in queste partite che in quelle che possono venire fuori contro squadre fisiche e chiuse come il Torino.
Prima però la Conference League e il Maccabi Haifa. La competizione adesso entra nel vivo, l’obiettivo della Fiorentina è noto: andare in finale ad Atene per vendicare la sconfitta di Praga. Un passo alla volta, a cominciare dagli israeliani del Maccabi. Ma quando il livello si alzerà servirà una Fiorentina molto più vicina a quella del 2023.
Di
Alessandro Latini