Editoriali

Un mese alla Coppa: correttivi e speranze. Poi il ‘rischio’ di una nuova rivoluzione

Published on

Trenta giorni al ritorno di Bergamo: bivio per Pioli, giocatori e società. In estate si va verso una nuova rivoluzione.

Trenta giorni esatti. Trenta giorni di speranze e illusioni, di voglia di crederci, di attesa. Trenta giorni per recuperare serenità, condizione psico-fisica, e quel pizzico di entusiasmo svanito nelle ultime settimane. Dal clamoroso 7-1 in Coppa contro la Roma (30 gennaio) alle 8 gare di febbraio-marzo che hanno tagliato gambe (e motivazioni) alla Fiorentina. Una sola vittoria (contro la Spal) nelle ultime 8, addio all’Europa in campionato, situazione di svantaggio nel doppio confronto della semifinale. Ma il countdown è partito: 30 giorni ad Atalanta-Fiorentina, la partita che può cambiare ogni valutazione o gettare ancor più nella negatività una stagione fin qui altalenante e mediocre.

BIVIO. Una gara secca, dove i viola potranno solo vincere. Nessun appello, una prova d’esame da tutto o niente. Nel mezzo, un mese di studio, di prove, di correttivi da porre. La società e Pioli hanno provato a mettere da parte dissapori e tensioni che si erano creati nelle ultime settimane, e sarà solo il campo a dire con quante credenziali si presenterà la Fiorentina nel ritorno di Bergamo. Ci sarà da migliorare, e da crescere, per fronteggiare un’Atalanta che fino alla sosta viaggiava a mille. Una partita che sarà il bivio inevitabile della stagione, ma non solo. Al bivio Pioli, al bivio tanti giocatori, al bivio le dinamiche societarie.

SINGOLI. Per quanto riguarda il campo, starà a Pioli e al suo staff ricompattare il gruppo, ritrovare certezze, e recuperare gli uomini migliori. Chiesa, dopo mesi viaggiati a mille, ora deve essere gestito al meglio per non rischiare di peggiorare un caso delicato. E tutti sanno quanto sia indispensabile il numero 25 per questa Fiorentina. Milenkovic, dopo un girone d’andata ottimo (da terzino adattato), ha accusato un vistoso calo. Stessa cosa per Hugo, e anche Pezzella-Biraghi dietro hanno faticato nelle ultime uscite. Non è un caso che la difesa sia passata dalle 7 reti subite nelle prime 9 gare, alle 17 incassate nelle stesse 9 partite del girone di ritorno. Problemi di condizione fisica, di concentrazione, di assetto tattico. In mezzo al campo serve più equilibrio e continuità: da lì nascono spesso molti problemi, sia in fase di costruzione (assenza cronica di un vero regista) che di contenimento. Benassi va a corrente alternata ed è apparso spento nelle ultime uscite, idem Edimilson. Si salva, spesso, solo Veretout. Davanti importante gestire al meglio (anche fisicamente) Muriel, così come ritrovare un Simeone che può essere un’arma importante anche a gara in corso. E anche da Mirallas ci si aspetta qualcosa di più.

ASSETTO. Pioli ha un mese per studiare l’assetto giusto, sulla scia di ciò che ha funzionato (poco) e quello che è stato sbagliato (molto) nel doppio confronto ravvicinato contro l’Atalanta. Difesa a 4 o a 3 (e mezzo), centrocampo folto o meno, tridente largo o trequartista, più il problema principale: come contrastare i nerazzurri sulle fasce. Nel mezzo 5 partite di campionato, dal Torino alla Juventus (allo Stadium quattro giorni prima di Bergamo), passando per Roma (fuori), Frosinone e Bologna (entrambe in casa). Se il treno Europa sembra ormai andato, la Fiorentina si gioca la faccia e la credibilità in campionato. Un rapporto con la piazza da non mandare totalmente in frantumi, il rispetto di una promessa fatta nel marzo di un anno fa. Non si può mollare, insomma. Pezzella e compagni devono reagire. Obiettivo chiaro, data fissata. Poi…

ALTRA RIVOLUZIONE? Poi… sarà tempo di bilanci. Tecnici, economici e di ambizione. A fine stagione sarà tirata una linea sul biennio Pioli: l’eventuale finale di Coppa potrà spostare i giudizi, per ora resta un gruppo maturato e cresciuto nei singoli ma poco nei risultati di squadra. Dall’ottavo posto di rincorsa nella passata stagione, al 10° attuale con poca speranza di migliorarsi. In tanti però hanno incrementato il proprio valore: da Chiesa a Milenkovic, da Veretout a Biraghi, fino a Pezzella e Benassi. E l’impressione è che possano arrivare importanti plusvalenze. Giusto o sbagliato, condivisibile o meno, si va verso un’estate di grandi incassi: i 100 milioni che circolano per Chiesa, i 50 per Milenkovic, i 25-30 per Veretout, i 15-20 per Biraghi. Più altri che possono avere mercato. La Fiorentina avrà la forza di tenere i propri gioielli, magari anche in caso di richiesta di giocare in palcoscenici più ambiziosi? Difficile rispondere adesso in modo affermativo. Specie se per il terzo anno di fila si rimarrà senza Europa. E in tal caso, via ad una possibile nuova rivoluzione. Tecnica ed economica. Con tutte le incognite che ne deriveranno.
Un ‘progetto giovani’ partito nell’estate 2017 che ha portato risultati (potenziali) in denaro ma non di punti. A fine stagione ancora una volta al bivio. In tempi di autofinanziamento puro, il tema cruciale sarà ancora una volta non quello di vendere. Ma ‘come’ si ricompra (già investiti 23 milioni per Traorè, Rasmussen e Zurkowski, più i 15 per il riscatto certo di Muriel). Come si riprogramma il futuro, come si ricostruisce la squadra. Se con più Milenkovic-Veretout-Pezzella, o con tanti Maxi Olivera-Cristoforo-Norgaard-Bruno Gaspar e via dicendo.

45 Comments

Popular Posts

Exit mobile version