Difficile tornare a parlare di calcio, dopo quanto accaduto sabato sera. Tante le testimonianze di questi due giorni, tante le ricostruzioni che uomini politici ed istituzioni hanno provato a fare della serata dell’Olimpico. Alcune, quanto meno contraddittorie e discutibili, come quelle che arrivano dal Questore di Roma Mazza (LEGGI QUI) e dal Sindaco di Napoli De Magistris (LEGGI QUI). Tant’è, l’attualità per fortuna ci riporta al calcio giocato, perché la Fiorentina questa sera (alle ore 19) ritorna in campo. La forza la danno i 5000 tifosi presenti al Franchi domenica pomeriggio, così come la risposta nel comportamento estremamente civile dei 30 mila viola sabato sera dentro e fuori dall’Olimpico (a proposito, questa sera attenzione a cosa accadrà in Fiesole, visto che è annunciata tensione – e richiesta di chiarimenti – tra i ‘capi’ della curva che sabato hanno deciso di non cantare e di non effettuare la coreografia – dopo l’accordo con i napoletani – ed il resto dei sostenitori della stessa Fiesole che hanno fortemente criticato il loro operato).
Il campo, però, ripropone il Sassuolo sul cammino dei viola. Gara che servirà alla Fiorentina per blindare matematicamente il quarto posto (basteranno 3 punti nelle ultime 3 partite), a Montella per testare magari chi ha giocato meno (in ottica futuro)… ma anche a Giuseppe Rossi. Della serata dell’Olimpico, infatti, resta anche il grande boato del settore viola al momento dell’ingresso in campo di Pepito, tornato a calcare il terreno di gioco dopo quattro mesi dall’infortunio. Venti minuti, poco più per il numero 49 viola, che ha riassaporato il gusto di vivere una vera partita di calcio. “Ora sto bene, non ho avuto paura”, ha spiegato Rossi al termine della gara. Quando si pensa a Pepito, però, non si può non tornare a quel disgraziato 5 gennaio 2014, proprio quattro mesi fa, all’intervento sciagurato di Rinaudo, difensore del Livorno. E soprattutto, non si può non tornare all’ultima rete di Giuseppe Rossi, che arrivò a fine dicembre, in quel Sassuolo-Fiorentina finito 0-1. Fu un gol decisivo per i tre punti viola, segnato con il piede destro, proprio la parte che adesso Pepito vuole scagliare senza paura in contrasti e scontri con gli avversari. Dal Sassuolo al Sassuolo, Rossi è pronto a tornare protagonista in campo. Non è riuscito a farlo sabato a Roma, vuole assolutamente riuscirci nelle ultime tre gare di campionato. Perché, se anche egoisticamente (nel termine più romantico del termine, ma non solo) tanti a Firenze si augurano che il numero 49 viola possa restare a casa per prepararsi al meglio alla prossima stagione gigliata, dall’altra parte c’è un ragazzo che, dopo un’infinita sofferenza (calcistica) e tantissimi sacrifici, ha un sogno nel cassetto: partecipare al Mondiale con la propria Nazionale. E se Rossi vuole avere chance di andare in Brasile con Prandelli, è chiaro che dovrà dimostrare in queste tre gare, a partire da stasera, di essere tornato il giocatore che era. “Rossi titolare? Sarebbe una forzatura, non deve esserci fretta, ma è vero che non ha avuto paura in campo a Roma, ha dimostrato di essere guarito”, ha spiegato Montella. Dal 1′ forse no, ma a gara in corso l’italo-americano potrà ritagliarsi altro spazio importante sulla via del recupero, magari ripensando proprio all’ultimo gol messo a segno su un campo di calcio (ricordiamolo, era a quota 14 reti in 18 gare di campionato).
Con il Sassuolo, poi, ci potrebbero essere chance anche per coloro che ultimamente hanno giocato meno, come Wolski, Diakitè, Roncaglia, magari Anderson. Con ogni probabilità Rosati, che difficilmente verrà riscattato (è in prestito dal Napoli), ma che avrà un’altra vetrina da titolare dopo la presenza contro l’Esbjerg a Firenze. A proposito, grande merito a Neto, che ha giocato la finale in condizioni fisiche precarie (ha riportato una frattura composta di una falange della mano) rischiando anche di essere decisivo con la parata nella ripresa su Pandev. Occhi puntati poi anche su Matri: se il numero 32 viola non sarà tra i titolari, la via di ritorno verso Milano sarà praticamente scritta.
Infine, parentesi sul messaggio lanciato da Montella ieri in conferenza stampa. Il concetto è chiaro: l’anno prossimo si dovrà ancora alzare l’asticella degli obiettivi, e per farlo servirà una squadra più forte di quella attuale. Servono rinforzi, insomma, senza privarsi dei migliori giocatori già in rosa. Tradotto: serve lo sforzo economico dei Della Valle, magari lasciando in mano a Montella Juan Cuadrado, al momento l’uomo mercato più importante in casa viola. Non bisogna per forza vendere per comprare, quello che ha lasciato emergere l’Aeroplanino. Vedremo la risposta della proprietà, se davvero i Della Valle saranno disposti a consegnare a Pradè (si attende il rinnovo di contratto nel corso del prossimo cda) e Macia un sostanzioso tesoretto da poter investire sul mercato (al di fuori delle cessioni). Magari recuperandolo dagli affari esteri (la Fiorentina è intenzionata ad accrescere il proprio mercato asiatico e sudamericano, a livello di merchandising e non solo), oppure dal via libera per la costruzione del nuovo stadio (il Comune è pronto, ma la proprietà viola ancora non ha fatto la mossa decisiva). Tant’è, la Fiorentina è chiamata, in vista della prossima stagione, ad un ulteriore step. Montella è stato chiaro: dopo due anni c’è bisogno di vincere, o quanto meno provare a farlo, riuscire ad entrare in Champions League.
Arrivare ancora quarti, nella prossima stagione, sarebbe un mezzo fallimento.
Di
Redazione LaViola.it