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Un anno fa esordio shock a San Siro. Pioli si aspetta un approccio diverso dal gruppo

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Domenica si parte a Marassi contro la Samp: un anno fa l’inizio di campionato fu complicatissimo.

Questa volta il mercato sarà già chiuso, e per forza di cose la Fiorentina si dovrà presentare più pronta rispetto ad un anno fa. Quanto meno a livello di organico. Per il resto, rispetto a San Siro, sarà il campo a dire a che punto sarà la nuova Viola di Pioli. La speranza, però, è che l’approccio al nuovo campionato sia meno scioccante rispetto al 2017/2018.

SAN SIRO…. E LA SAMP. Perché il ricordo del pronti-via a San Siro contro l’Inter è ancora fresco. Sei minuti e già gol di Icardi su rigore, al quarto d’ora raddoppio dell’argentino su assist di Perisic. Poi altre occasioni nitide dei nerazzurri, e finale 3-0 senza troppa partita per la primissima Fiorentina di Pioli. Una Viola con Maxi Olivera e Tomovic titolari, senza Chiesa e Badelj, con Gil Dias in campo, con Simeone arrivato da una manciata di giorni.

Morale simile anche una settimana dopo, al Franchi contro la Sampdoria. Pezzella subito dentro a pochi giorni dal suo arrivo, così come Biraghi. Ma il primo tempo è ancora complicatissimo, con Caprari e la bestia nera Quagliarella a indirizzare la partita. Un po’ meglio la ripresa, con Bruno Gaspar al posto di Tomovic e Badelj ad accorciare sull’1-2. Ma fu comunque sconfitta e bordata di polemiche durante la sosta, con l’arrivo sul filo di lana del mercato di Thereau e Laurini. Non due fenomeni ma giocatori che avrebbero comunque cambiato il volto alla prima, spaesatissima Fiorentina di Pioli.

TREND DA CAMBIARE. Un anno dopo, molte cose sono diverse per la Fiorentina. Un gruppo più maturo, unito e con nel cuore il ricordo del Capitano scomparso. Motivazione che porta avanti nel lavoro quotidiano e nella voglia di stupire la domenica. Pezzella, Biraghi, Milenkovic, Veretout, Benassi, Chiesa e Simeone, tanti confermati nell’ossatura di base. Ma anche i nuovi (da Lafont a Norgaard, da Gerson a Pjaca e Mirallas) da integrare in fretta in diversi ruoli-chiave. A Marassi un primo test-verità sulla bontà del lavoro estivo, di preparazione e sul mercato. Anche se le trattative, domenica sera, saranno già chiuse. Nessun margine di intervento, quindi, a differenza di un anno fa. Ma Pioli spera vivamente che la risposta del gruppo sia ben diversa rispetto a San Siro. E che possa mettere in cascina i primi punti importanti tra Samp, Chievo e Udinese.

INIZIO SPESSO ‘MORBIDO’. Oltre a doppio ko iniziale dello scorso anno, spesso la partenza non è stata troppo incisiva nella gestione Della Valle. Nel 2016/2017 arrivò la sconfitta 2-1 a Torino contro la Juve, e due ko nei primi tre match stagionali. L’anno prima la Fiorentina vinse sì al Franchi contro il Milan la prima (2-0), ma poi cadde a Torino contro i granata 3-1. Con Montella, nel 2014/2015, arrivarono la sconfitta con la Roma (0-2) e poi lo 0-0 con il Genoa, mentre solo l’anno prima ci fu una partenza davvero sprinti, con il doppio successo con Catania (2-1) e Genoa (5-2 a Marassi con doppiette di Gomez e Rossi). Nel 2012/2013 la vittoria d’esordio in casa con l’Udinese (quella della camicia sudata di un esaltato ADV) ma poi il ko a Napoli 2-1, mentre con Mihajlovic vittoria con il Bologna (2-0) ma poi ko a Udine (0-2) nel 2011/2012, e due soli punti nelle prime quattro gare l’anno precedente.

Con Prandelli, pari a Bologna e vittoria a Palermo nel 2009/2010, pari con la Juve in casa e poi ko a Napoli l’anno prima, vittoria con l’Empoli e pari a San Siro con il Milan nel 2007/2008. Partì malissimo, poi, la Fiorentina nel 2006/2007, post Calciopoli: due ko contro Inter e Livorno e penalizzazione che rimase inalterata, fino ad un grande 5° posto finale. Nel 2005/2006, il primo di Prandelli, tre vittorie nelle prime quattro, mentre al primo anno di A con i Della Valle arrivò il ko a Roma contro i giallorossi e poi la vittoria col Cagliari al Franchi.

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